È più semplice fare il visionario, immaginare un nuovo mondo e gettare lo sguardo in un altrove. Però a volte guardare troppo al futuro futuribile ti fa perdere il contatto con la realtà, con la vita vera.
Sarà l’autorità giudiziaria ad accertare se Ciro Grillo, 19 anni, figlio del comico genovese, fondatore del Movimento 5 Stelle e vate, abbia stuprato insieme a degli amici una studentessa scandinava.

La giovane conosciuta alla discoteca Billionaire di Flavio Briatore ha fatto poi tappa a un party nella villa del garante del M5S a Porto Cervo. Ubriaca a forza di bicchierini di vodka finisce sotto le lenzuola. Qui Ciro e altri tre amici (figli di importanti professionisti) a turno – secondo la denuncia della giovane – avrebbero abusato di lei.
La ragazza era consenziente – dicono a loro difesa Ciro e i tre rampolli –. La visita in ospedale e la denuncia pare siano state fatte solo dieci giorni dopo la presunta violenza di gruppo. Gli inquirenti devono cercare la verità.

Ciò però che emerge con forza dirompente è la contraddizione, tra il Beppe Grillo vate e il Beppe Grillo padre. Discoteca vip, party nel villone di famiglia a Porto Cervo, agi, ricchezza, vita beata e facile all’ombra di quel padre così noto e visionario.
Come ha fatto Beppe Grillo, il fustigatore, il saggio, il visionario, quello che parla di etica, di valori, di legalità, del rispetto delle regole a concedere così tanto al proprio figliolo? Ciro Grillo appena 19 anni, da ciò che emerge, si comporta non diversamente dai tanti rampolli, ‘figli di papà’.
Mentre Beppe Grillo detta all’umanità indegna il verbo, insegna il come comportarsi, distribuisce da ‘elevato’ le tavole della sua verità e impartisce ai parlamentari grillini le strategie politiche per il Paese, il suo figliolo somiglia a un bulletto qualsiasi.

La giovane studentessa giura di essere caduta in una sorta di stordimento. Di non aver compreso nulla neppure i giorni seguenti ciò che le era realmente accaduto. Più volte avrebbe sottolineato che non era in grado di potersi difendere. Non solo. Avrebbe provato a respingere i ragazzi.
Per questo ai quattro oltre alla violenza di gruppo è contestata l’aggravante dell’abuso di sostanze alcoliche. Un’accusa che deve essere necessariamente provata dagli inquirenti.
Ora si raccolgono testimonianze, racconti e video della serata da sballo. Tocca agli inquirenti accertare i fatti, resta una brutta storia e più che altro un dramma familiare. Papà Beppe Grillo adesso appare meno visionario e più disorientato e insicuro nel leggere la realtà, la vita vera quella di suo figlio Ciro.
Genny Attira
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