Minacce a Anna Riccardi. Esplosi colpi di pistola contro il portone della Fondazione famiglia di Maria

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Una gravissima intimidazione. Una dichiarazione di guerra contro un presidio di legalità sul difficile territorio di San Giovanni a Teduccio nella periferia Est di Napoli.

Anna Riccardi, instancabile presidente della fondazione Famiglia di Maria ha ricevuto una pesantissima intimidazione.

Ignoti con un raid hanno sparato contro il portone della Fondazione.

Un chiaro messaggio per chi da anni costruisce un nuovo futuro e coltiva la speranza sottraendo minori e giovani dalle grinfie della camorra.

L’attività della Fondazione Famiglia di Maria comincia a dare fastidio, l’esplosione di colpi di pistola sono un chiaro e inequivocabile segnale sinistro dei clan che opprimono i quartieri di San Giovanni aTeduccio, Barra e Ponticelli. E proprio nell’ex periferia rossa della città c’è una rete associativa che in profondità contrasta con le buone pratiche lo strapotere trentennale dei clan.

Ora la camorra terroristica vistasi franare il terreno sotto i piedi alza il tiro e vuole seminare il caos, mettere paura, terrorizzare che con grandi sacrifici, intransigenza e senso del futuro lavora pancia a terra per cambiare le cose, per cambiare una mentalità, per creare consapevolezza tra i giovani e le loro famiglie.

La denuncia è di Sandro Ruotolo, giornalista antimafia e impegnato con la commissione comunale anticamorra e corruzione istituita dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

“A prima mattina una telefonata, sentire nella voce di chi ti chiama la paura, la rabbia e poi ‘Hanno sparato contro il portone’ della fondazione famiglia di Maria, periferia est di Napoli, dove si combatte con la cultura per la legalità. Anna, non ti lasciamo sola. La camorra è una montagna di merda”.

Questo il duro post di Sandro Ruotolo sulla sua seguitissima pagina di Fb.

Un territorio che vive un perenne clima da coprifuoco tra ‘stese’ e agguati.

Come quello dello scorso 9 aprile all’esterno dell’Istituto Vittorino da Feltre dove due killer esplosero alcuni colpi d’arma da fuoco che uccisero Luigi Mignano, 53 anni e ferito suo figlio Pasquale.

Il tutto è accaduto davanti agli occhi del nipotino della vittima intento ad accompagnarlo a scuola e miracolosamente rimasto illeso. Lo zaino di Spiderman divenne il simbolo del raid.

Lo scorso giugno organizzato dal comitato anticamorra e anticorruzione presieduto da Sandro Ruotolo proprio a San Giovanni a Teduccio alla Fondazione ‘Figli in Famiglia’ di Carmela Manco ci fu un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

L’incontro

Una assise dove emerse forte e chiaro oltre al dramma della mancanza di lavoro, dei progetti di bonifica fermi e la grave dispersione scolastica, il tema centrale della lotta alla camorra.

Il premier promise la nascita di un tavolo presso la presidenza del Consiglio per costruire una agenda speciale sulla periferia Est di Napoli.

Ora è il tempo di far nascere finalmente il tavolo.

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