Un attacco 4.0 con l’uso di droni radiotelecomandati che hanno messo nel mirino l’impianto petrolifero tra i più grandi al mondo.
I piccoli aerei sono riusciti ad eludere le rigide misure di sicurezza e si sono scagliati contro un impianto di raffinazione di 7 milioni di barili al giorno.

E nel mirino è finito anche una seconda struttura di estrazioni con la media di 1 milione di barili al giorno.
La controffensiva è scattata alla vigilia di un possibile, incontro sul nucleare tra Donald Trump e il presidente iraniano Hassan Rohani.
E nel corso dell’assemblea generale dell’Onu, gli Usa hanno puntano il dito contro Teheran per gli attacchi con droni.
I raid però sono stati ufficialmente rivendicati dagli Houthi, i ribelli yemeniti alleati della Repubblica islamica.
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