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Non può essere solo Rocco Casalino ad occuparsi della comunicazione in generale e in particolare di quella del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
È una convinzione ormai condivisa da molti ministri e parlamentari del Pd.
Rocco Casalino – colui che ha inventato la comunicazione e il successo del M5S – è abituato a ricoprire un ruolo non solo di asettico comunicatore ma di raccordo e spin doctor della politica.
Ciò presuppone la condivisione di informazioni riservate e attinenti all’attività dell’Esecutivo. Insomma, il Partito democrtico vorrebbe riportare nel solco tradizionale il ruolo di comunicatore e portavoce del premier.
Tra l’altro Casalino se inizialmente era la guida di Conte – disorientato non appena cominciò il primo mandato – adesso il presidente del Consiglio – anche a seguito di alcune polemiche – si è reso più autonomo.
Nonostante il ridimensionamento, Casalino continua ad imperversare a tal punto da suscitare critiche e aprire una riflessione nei dem.
Gli esponenti del Pd ritengono che Casalino da solo non può e non deve gestire per intero la comunicazione di Palazzo Chigi e giocare il ruolo di raccordo istituzionale. I dem mal sopportano lo spaziare di Casalino e i rapporti diretti che gestisce con i ministri e lo stesso premier.
Pare che il Pd abbia già posto il problema a Giuseppe Conte. Senza un vicepremier né un sottosegretario alla presidenza, infatti, i dem sono rimasti di fatto fuori da Palazzo Chigi.
La gestione della comunicazione in autonomia e, magari, senza un contrappeso in modo da bilancire l’assenza del Pd ha fatto chiedere l’affiancamento di Casalino oppure la sostituzione con una persona di garanzia, un grande professionista, stimato e per storia indipendente e autonomo.
Rocco Casalino ritorna al Grande Fratello?
Pier Paolo Milanese
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