Simona Pino D’Astore: “In Puglia lo Stato ha gettato la spugna contro la Sacra Corona Unita”

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A Napoli la camorra è ritornata a sparare, gli inquirenti stanno cercando di capire se ci troviamo all’alba di una nuova guerra tra clan rivali. Ma anche in Puglia la criminalità non abbassa la guardia, anche se nella terra del Levante la criminalità organizzata non riceve tutte quelle attenzioni che dovrebbe.

Noi abbiamo voluto fare due chiacchiere sull’argomento con la scrittrice Simona Pino d’Astore autrice del romanzo ‘Cuorineri’ edito da Graus Edizioni di Napoli. L’argomento trattato è quello della Sacra Corona, la cosiddetta ‘Quarta mafia’.

Simona Pino d’Astore autrice del romanzo ‘Cuorineri’ edito da Graus Edizioni di Napoli

D- Dottoressa d’Astore la Sacra corona Unita, a torto, è considerata una mafia di serie B. Come mai?

“Purtroppo è così e oggi, più che mai, in moltissime città del sud sta tornando, dopo una breve tregua apparente, a farsi sentire più prepotente e terribile di sempre, educando fin dalla più tenera età ad agire con metodi mafiosi che sfociano in guerriglie di strada anche fra baby gang, emanazione diretta della quarta mafia. Lo stesso nome di per sé dovrebbe spiegare che i metodi spietati si inaspriscono maggiormente per la grande coesione tra gli affiliati (unita), facendola, a mio parere, diventare una delle mafie più pericolose benché più giovane”.

D-Eppure la violenza e la pervasività di questa associazione criminale ha dettato i tempi e i ritmi di politica ed economia degli ultimi trent’anni.

“Chi ha creduto che potesse essere solo una meteora, è caduto in un errore gravissimo. Essa ha saputo infiltrarsi, con la scaltrezza di menti giovani e sicuramente spesso più scolarizzate che in passato, in tutti gli ambiti dall’imprenditoria alla politica. Anche molti cani sciolti hanno dovuto soccombere rinunciando all’improvvisazione ed adeguandosi alle leggi della Scu. Oggi più che mai in molte città occorre il ritorno dell’esercito come nei primi tempi dell’operazione primavera. E’ stata abbassata la guardia troppo presto”.

D- E veniamo al suo romanzo “Cuorineri”. La narrazione si snocciola intorno a tre vite di altrettanti giovani che, in pochissimo tempo diventeranno boss.

“Il romanzo non racconta soltanto le storie dei tre personaggi che si intrecciano con la vita di quei tempi bui, ma anche la loro psicologia fin dalla più tenera età. Tre ragazzi difficili della vita difficile che scelgono il malaffare come via per il potere ed il denaro facile. Una scelta evidentemente sbagliata come dimostra poi l’epilogo di ogni storia”. 

D- Sullo sfondo le vicende di Brindisi, della Puglia, ed una data cruciale, quella in cui muoiono due finanzieri. Solamente da questo momento lo Stato inizia a mostrare i muscoli. Perché?

“Con l’operazione primavera, lo Stato inizia un braccio di ferro con la criminalità organizzata pugliese. Questa presa di posizione resta, però, non soltanto limitata nel tempo e quindi in un certo qual modo fine a se stessa, ma convince ancora di più i cittadini normali che essere onesti vale solo fino ad un certo punto. Molti di questi boss e gran parte della manovalanza del contrabbando di sigarette viene messa a tacere in maniera pseudo legale dando la possibilità a questi uomini, di ottenere posti di lavoro pubblici scavalcando tutti gli altri. Questo al solo scopo di tenerli buoni per garantire la pace civile”.

D-Il suo romanzo, però, racconta anche qualcosa di impensabile all’inizio della narrazione. Si parla, addirittura, di conversione.

“I casi in cui è avvenuta questa sorta di conversione sono realmente pochissimi, poi trattandosi di soggetti con un passato pesante non sempre il cambiamento è duraturo. Il romanzo ha infatti lo scopo di raccontare storie positive per far comprendere proprio ai soggetti più a rischio che cambiare la propria esistenza si può in qualsiasi momento”.

D- Le periferie italiane e, in particolar modo, del Sud Italia sembrano vivere in uno stato di eterna emergenza. Proprio in questi giorni sembra che a Napoli, nel rione Scampia, sia scoppiata una nuova guerra tra opposta fazioni. Qual è la sua visione in merito?

“Nell’ambiente malavitoso nulla è come appare ed anche i momenti di tregua non sono quasi mai reali. Lo Stato non può e non deve abbassare la guardia. Va messa in pratica la repressione ma c’è bisogno di tanta prevenzione nelle scuole e nei quartieri più a rischio utilizzando associazioni che siano realmente motivate a dare sostegno a questa gente da sempre abituata a vivere così e che spesso non ha nemmeno l’idea di quale possa essere un’alternativa reale. L’educazione “civica”, soprattutto in età scolare, può essere la chiave per ridimensionare molte situazioni e restituire la legalità”.

D – Cuorineri si sembra veramente una buona prova d’esordio. Senz’altro la sua penna continuerà a scrivere.

“Ovviamente quando si inizia qualcosa occorre andare avanti e riuscendoci migliorare sempre. Sono già pronta per un altro romanzo verità che spero uscirà a breve”

Maria Pia Catanzariti

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