Emorragia nel M5S dopo Vono altri senatori minacciano di sbattere la porta. Nel mirino Di Maio

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È una emorragia. La situazione è ingovernabile. Prima i distinguo, poi i miti consigli ora regna il dissenso che introduce il conflitto. Ai piani alti del Movimento 5 Stelle l’aria è pesantissima.

La festa nazionale per i 10 anni dalla nascita del Movimento organizzata alla Mostra d’Oltremare a Napoli il 12 e 13 ottobre si potrebbe trasformare in una grande festa d’addio. Le notizie che giungono dal Senato e dalla Camera non sono incoraggianti.

Luigi Di Maio è sott’attacco perchè ha trasformato attraverso lo Statuto blindato un Movimento collegiale, aperto e inclusivo che prendeva la sua forza dai territori, dall’uno vale uno, dall’orizzontalità e dai protagonismi in un partito verticistico organizzato attraverso un ordine gerarchico e sorretto da un ristrettissimo e personalissimo cerchio magico.

Dicevamo il dissenso è diventato rivolta. Il capo politico – mollato al suo destino anche dal garante e fondatore Beppe Grillo – risponde a muso duro e reagisce mostrando i muscoli alle scosse sismsiche interne.

“Per chi lascia il Movimento ci sarà una multa da 100mila euro per danni d’immagine” e poi “va introdotto il vincolo di mandato per i parlamentari”.

Il tono è contrariato, nervoso e cosciente che il giocattolo si sta rompendo. L’addio della senatrice Gelsomina Vono, persona stimata e di specchiata serietà, è stato un colpo durissimo.

La Vono nel passare con ‘Italia Viva’ ha denunciato il suo disagio e la ristretta agibilità politica all’interno dei Pentastellati. A ruota c’è un altro senatore il napoletano Ugo Grassi che vive un profondo ‘disagio’ e che potrebbe portarlo fuori dal Movimento.

Ancora prima Elena Fattori, Paola Nugnes e Grgorio De Falco sono stati messi fuori per le loro posizioni dissidenti rispetto ai decreti sicurezza e alla vicenda della neve Diciotti e l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini.

A questa pattuglia occorre aggiungere alla fronda sempre a Palazzo Madama capitanata da Michele Giarrusso che nell’ultima assemblea di fuoco ha invitato Di Maio a dimettersi da tutti gli incarichi.

Pier Paolo Milanese

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