Alla senatrice Silvia Vono, verso Italia Viva potrebbero unirsi altri parlamentari M5S. Il livello di sopportazione è giunto al limite massimo.
La gioiosa macchina da guerra grillina si sta sbriciolando. Nonostante la minaccia di Luigi Di Maio che ‘democraticamente’ ha avvisato i ‘suoi’ parlamentari che in caso di abbandono del Movimento 5 Stelle dovranno versare la somma di 100mila euro di multa previsti dal Codice etico.

Oltre alla sanzione il leader del M5S ha subito rilanciato la revisione del divieto costituzionale del vincolo di mandato ma il Pd e Italia Viva hanno subito chiuso.
Oltre a Silvia Vono, l’altro nome in uscita è Ugo Grassi, ordinario di diritto civile all’Università di Napoli Parthenope, che nei giorni scorsi ha lasciato l’incarico di capogruppo pentastellato in commissione Affari costituzionali.

Anche Grassi ha firmato insieme ad altri 70 colleghi il documento in cui si chiedeva la convocazione dell’assemblea del gruppo parlamentare per ragionare di una modifica del regolamento.
In bilico anche Lello Ciampolillo, tecnico di rete in Telecom, messosi in evidenza per alcune proposte originali come curare la xylella con il sapone e le onde elettromagnetiche.

È tra i dissidenti che non avevano votato il decreto sicurezza insieme a Paola Nugnes, Elena Fattori e Gregorio De Falco.
Sono noti i malumori anche degli ex ministri Barbara Lezzi e Giulia Grillo come del vicepresidente del Senato Paola Taverna.
Passaggio importante sono l’elezione del capogruppo, prevista l’8 e il 9 ottobre. Ma in generale preoccupa il margine di voti al Senato che si assottiglia, perché la maggioranza che ha votato la fiducia al Governo giallorosso ha soltanto nove voti di scarto.
Pier Paolo Milanese
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