Messaggio dell’istituto a mezzo milione di percettori che avevano presentato la domanda nel marzo 2019: entro il 21 ottobre devono spedire l’integrazione dei dati per evitare la sospensione dei pagamenti.
I primi italiani che hanno fatto domanda per il Reddito di cittadinanza devono ricordarsi di integrare la loro richiesta, se vogliono continuare a percepire l’assegno.

Il 6 marzo 2019 era iniziata infatti la corsa al beneficio, ma allora era disponibile un modello che è stato successivamente cambiato, il 2 aprile 2019, per recepire le modifiche apportate durante la conversione del decreto che lanciava il Rdc.
Le domande presentate a marzo 2019 e accolte sono state di conseguenza pagate fino a settembre 2019.
Con l’inizio di ottobre “occorre allineare il contenuto delle dichiarazioni rese da chi ha presentato la domanda nel mese di marzo a quello previsto dalla Legge di conversione”, spiega l’Inps in una nota.
Motivo per il quale sono partiti dall’istituto 519.586 sms per avvisare i percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza (Rdc/Pdc) che hanno presentato la domanda nel mese di marzo della possibilità di integrare la domanda collegandosi al link https://serviziweb2.inps.it/RedditoCittadinanza/autocertificazione. Nella sola giornata di venerdì sono pervenute 114.352 integrazioni.

I nuclei familiari interessati potranno integrare le dichiarazioni di responsabilità presentate in domanda (e prendere atto delle informative aggiornate) collegandosi al link sopra riportato, per il quale non è richiesto il PIN e che è anche indicato nel messaggio loro inviato.
Il collegamento alla pagina – spiega l’Istituto – rimarrà sempre attivo. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre, però, sarà possibile l’elaborazione nei tempi utili per la liquidazione della rata di Rdc/Pdc spettante per la mensilità di ottobre.
Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione.
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