Più che una festa sembra un funerale. Il clima è di resa dei conti. È decisamente sul depresso andante la vigilia della festa nazionale per i 10 anni del Movimento 5 Stelle alla Mostra d’Oltremare di Napoli.
Sarà un weekend di fuoco. A mano a mano che ci si avvicina all’evento aumentano le defezioni. Se Alessandro Di Battista è impegnato altrove anche per gli ex ministri Barbara Lezzi e Giulia Grillo ci sono impegni imprevisti e non saranno a Naapoli.
In forse è anche la partecipazione di Beppe Grillo, da quando suo figlio è accusato di stupro è scomparso dalla scena pubblica.
Ci sarà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Camera Roberto Fico e infine il ministro e capo politico Luigi Di Maio. Non mancherà sicuramente Davide Casaleggio che quasi sicuramente rivolgerà un pensiero al suo papà Gianroberto fondatore cone Grillo del M5S.
La platea della Mostra d’Oltremare però si potrebbe trasformare in una fossa dei leoni. Chi pensava, immaginava che il taglio dei parlamentari potesse calmare le ire interne e assopire le polemiche si sbaglia di grosso.
Il trofeo della riforma costituzionale agitato probabilmente sul palco da Di Maio servirà a poco. Il malessere nel Movimento 5 Stelle cresce e l’onda lunga dai territori potrebbe travolgere tutto e tutti.
Molti parlamentari sono disorientati qualcuno ringrazia prende armi e bagagli e va via sbattendo la porta. Altri invece sottoscrivono documenti e mozioni contro il capo politico.
E dai territori è boom di riunioni regionali autoconvocate. Ha cominciato la toscana con la ‘Carta di Firenze’ ed ha risposto la Campania con la nascita e adozione di una sorta di decalogo.
C’è la netta consapevolezza che il M5S adesso è un’altra cosa. L’apriscatole è un vecchio arnese e i Palazzi del Potere sono diventati confortevoli così come le stanze ovattate e con i drappeggi vellutati. La fotografia è di un Movimento richiuso, ripiegato e autoreferenziale che guarda se stesso dall’alto verso il basso.
L’uno vale uno non è mai esistito, c’è una corte che fa pochi miracoli e stretta in un cerchio magico. Fase delicata. Ognuno non si fida dell’altro e si cerca di origliare e spiare le mosse del potenziale amico/nemico.
Non è casuale se proprio in Campania in vista delle elezioni regionali si teme e si cerca di scongiurare la discesa in campo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa che è tentato da correre per la poltrona di Santa Lucia.
Ma chi fa paura ai molti è Vincenzo Spadafora, il vero politico, la testa pensante, l’uomo con una rete di relazioni molto solida e di altissimo livello. Spadafora ormai è l’unico che riesce a mettere insieme le varie correnti che attraversano il Movimento.
L’allerta è massima. Si teme che possano spuntare striscioni di contestazione contro i vertici del Mvimento in diretta tv oppure una forma di boicottaggio contro lo stesso Di Maio. Fatti da scongiurare con un efficace servizio d’ordine rivolto più che all’esterno all’interno.
Laddovè dovesse esserci l’incidente di percorso, mediaticamente si dirà: “Sono infiltrati delle Lega”.
Intanto, domenica dalle 11 alle 13, gli attivisti della Campania dopo che il loro Call To action attaverso la piattaforma Rousseau è stato misteriosamente cancellato, si sono autoconvocati al grido ‘non molliamo’ attraverso i social.
“Il Movimento 5 Stelle è di chi lo incarna – spiegano in una nota – non di chi ne abusa il nome, denaturandolo dai suoi principi, pilastri e valori!”.
“La nostra intenzione è di incontrarci e confrontarci sul malcontento generale, cercando di prendere una strada comune alla luce delle tante proposte presentate dalle varie regioni – sottolineano – A partire dalla carta di Firenze 2019, l’assemblea in Campania, nonché dalla lettere a Beppe Grillo da parte degli attivisti Calabresi, passando al malcontento in Abruzzo, fino ad arrivare a quello in Sicilia”.
E quindi all’ppunatmento: “Per cui domenica 13 ottobre alle ore 11,00 ci incontriamo nel pressi del palco ad “Italia a 5 Stelle” presso la mostra d’oltremare di Napoli”.
Pier Paolo Milanese