Whirlpool sbarca a Palazzo Chigi. A ‘Presa Diretta’ il dramma dei lavoratori

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Il dramma, la sofferenza, l’attesa e la dignità si sono visti, sentiti, ascoltati ieri sera nel corso della trasmissione ‘Presa diretta’ di Riccardo Iacona in onda su Raitre.

Le vertenze industriali nazionali sono entrate nelle case degli italiani. In particolare la vicenda dello stabilimento della Whirlpool del sito di Napoli e delle aziende satelliti dell’hinterland che investendo soldi privati hanno costruito un polo di supporto alla produzione di elettrodomestici.

Investimenti contratti attraverso debiti con le banche con una certezza: La multinazionale Whirlpool ha scelto Napoli come locomotiva della produzione.

Poi all’improvviso a fine maggio, l’amministratpre delegato decreta che lo stabilimento partenopeo non è antieconomico e quindi blocca la produzione.

È un intero comparto che è andato a gambe per aria. Circa 2000 dipendenti tra azienda madre e indotto letteralmente per strada. Poi una timida apertura della Whirlpool a rivedere la decisione e l’accordo sottoscritto al Mise.

Trascorrono poche settimane e il colosso non rispetta più gli mpegni rimangiandosi la parola. E ieri sera il nuovo ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli intervistato da Iacona non solo si è schierato con le maestranze ma ha convocato ed è appena iniziato un confronto con i vertici della Whirlpool a Palazzo Chigi a cui partecipa anche il premier Giuseppe Conte. C’è attesa per l’esito.

La sensazione è di un ministro Patuanelli a differenza del precedente Luigi Di Maio che aveva anche quello del Lavoro – molto concentrato e combattivo.

Al centro del confronto la decisione del gruppo Whirlpool di cedere ad una società italo svizzera, Prs, il sito di Napoli che produce lavatrici di alta gamma. Al tavolo per la multinazionale l’ad Luigi La Morgia.

La settimana scorsa il gruppo, in contemporanea con l’incontro tra il premier e i sindacati, aveva annunciato la disponibilità a sospendere la cessione del ramo d’azienda fino al 31 ottobre. Una apertura però considerata insufficiente da Fim Fiom e Uilm ma anche dallo stesso governo.

Giulia Rosati

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