Oltre 200 truffe organizzate in giro per l’Italia. Un’organizzazione scientifica che colpiva persone vulnerabili come gli anziani.
Addirittura un call center a Napoli con operatori ‘specializzati’ che sapevano intonare la voce e addattarla alla reazione dell’interlocutore al telefono fino ad indurlo a sborsare denaro per salvare un figlio, un nipote oppure dirimere una controversia.
C’era il sistema del “bonus dei simpatizzanti”, un versamento del 30-40% del bottino nelle casse della camorra. Finti carabinieri, falsi poliziotti, presunti avvocati ‘Marino’ e ‘Milani’ contattavano gli anziani presi in controtempo, spogliandoli di contanti e gioielli con la scusa di un presunto incidente stradale a un parente, da saldare in contanti per coprire una fantomatica polizza assicurativa.
Dietro la batteria dei truffatori si nascondeva la camorra stracciona nel nome e per conto del clan che fa capo al boss Edoardo Contini detto ‘ o romano, ospite da anni nelle patrie galere.

Le mani della cosca componente di Allenza di Secondigliano aveva puntato sul business delle truffe da consumare in giro per il Paese e così con i proventi – circa 200 mila euro al mese – rimpinguare le casse del clan.
Sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano ad avviare le indagini e coordinarsi con la Procura della Repubblica di Napoli. È nata un’inchiesta poderosa che è stata confortata da numerose intercettazioni telefoniche, pedinamenti, incroci di tabulati che è sfociata nell’operazione ‘Condor’.
Ricostruita l’intera filiera di una delle organizzazioni più collaudate,dove emerge violenza, minacce e condizionamenti con gli anziani ricattati e resi succube dall’altro capo del filo dai camorristi.

Il blitz è scattato alle prime ore del mattino con un’operazione dei carabinieri di Milano che hanno eseguito due provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 51 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di persone anziane, con l’aggravante per 14 di loro di favorire il clan camorristico Contini.
Gli ingati complessivi sono oltre 80 persone con vari ruoli e mansioni all’interno della capillare organizzazione crimiale. Un ruolo di primo piano era ricoperto dalle donne del clan, nelle truffe e nel fare ponte con le famiglie dei detenuti.
Le basi a Napoli, in un negozio di telefonia c’era una sorta di call center fornivano schede telefoniche mentre una gioielleria (sequestrata) riciclavano i gioielli rubati. Parte dei soldi venivano spediti in Spagna dove i rampolli del clan e di lamento 8 gruppi se la spassavano tra alberghi, discoteche e la bella vita.
Pier Paolo Milanese
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