Il Conte 2 comincia a somigliare al Conte 1. Le polemiche tra alleati non mancano. Anzi Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti a distanza se le danno di santa ragione. Il Governo imbarca acqua e nulla c’entra la disastrosa ondata di maltempo che sta flagellando l’Italia.
Le correnti interne ai partiti, la pioggia delle critiche e il freddo artico dei rapporti tra i partiti dell’alleanza fanno temere davvero un inverno rigido a Palazzo Chigi.
Se il Pd conclude la sua kermesse a Bologna con l’intento di dettare una nuova agenda al Governo che comprenda lo Ius soli e lo Ius cultura, Di Maio a stretto giro di posta risponde picche.
“Col maltempo che flagella l’Italia – spiega il capo politico Pentastellato – il futuro di undicimila lavoratori a Taranto in discussione qui si parla di ius soli, io sono sconcertato”.
La paura, il timore aleggiano a Bologna come a Pomigliano d’Arco ed è Paolo Gentiloni a farsene interprete: “La situazione è complicata, il governo potrebbe cadere per un cattivo risultato in Emilia-Romagna, cosa a cui non credo, o per l’implosione dei 5 Stelle. Noi non staccheremo la spina, ma dobbiamo essere pronti a elezioni in tempi brevi, la possibilità c’è”.
Tradotto significa che il Pd cambia strategia e si fa più legnoso. Da un lato ha il nemico scissionista di Italia Viva dall’altro il Movimento 5 Stelle.
E per ora punta i piedi e comincia una strategia di smarcamento, insomma, meno acquiescenti nei confronti dei grillini.
Pier Paolo Milanese