Gli iscritti a Rousseau mettono il cappio a Di Maio. Il M5S parteciperà alle elezioni in Calabria e in Emilia Romagna

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Il voto sulla piattaforma Rousseau mette nei guai Luigi Di Maio e il cerchio magico. Il Movimento 5 Stelle grazie alla monarchia di Pomigliano D’Arco si ritrova ad affrontare le elezioni in uno stato d’emergenza.

Gli iscritti hanno votato si, esserci alle prossime elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna presentandosi da solo. A bocce ferme tra litigi, pareri non favorevoli dei portavoci eletti, i Pentastellati erano propensi al no.

Poi l’idea di Di Maio di dare il via alle consultazioni. La rete ha deciso che i grillini devono essere della partita. Qualcuno azzarda che si è trattato di un voto per delegittimare proprio il ministro degli Esteri. Sta di fatto che ora il Movimento è in grossa difficoltà.

È lo stesso Di Maio che commenta : “Lo ammetto prima di tutto io – dice – c’è bisogno di mettere a posto alcune cose”.

E poi una precisazione che dice tanto : “Nessuna spaccatura dentro M5S ma siamo in difficoltà”.

Gli sbandamenti del Movimento prepoccupano. Occorre costruire argini, modernizzare e rendere più strutturati e organizzati i Pentastelati. I sondaggi riservatissimi descrivono un Movimento in coma con percentuali anche di 20 punti sotto rispetto al risultato delle scorse elezioni nazionali. Di Maio cerca una via d’uscita.

Voleva evitare il voto anche perchè in caso di sconfitta in Calabria ed in Emilia Romagna è chiaro, ed evidente che la leadership non sarebbe più nelle sue mani. Il tempo guadagnato da Di Maio, in caso di non voto, lo voleva impiegare per rigenerare obiettivi, organizzazione e identità.

Gli Stati generali hanno bisogno di tempo. A questo orizzonte ci lavoro un team che si insedia il 15 dicembre. Non è casuale se il ministro Vincenzo Spadafora esorta : “Fermiamoci a riflettere su come migliorare il M5s – l’invito – anche alla luce dei risultati elettorali che non ci hanno premiato a livello locale, e su come rilanciare con nuove idee la nostra visione dell’Italia per i prossimi 10 o 20 anni”.

Spadafora sa che lui potrebbe dare un contribto di spessore politico a una compagine ferma che vive ancora di annunci, effetti speciali e trovate mediatiche. È tempo di politica, di visione, di costruire una linea. Inosmma, un lavoro che Di Maio non è capace di fare.

Anche la stessa decisione di affidarsi alla piattaforma è stata letta come un volo pindarico del tutto sbagliato. Se partecipare oppure no alle elezioni in Calabria ed in Emilia Romagna lo dovevano decidere al massimo gli iscritti alla piattaforma Rousseau di quelle regioni e non tutta l’Italia.

È stato un errore politico pesante, uno dei tanti. Insomma, dalle parti del Movimento 5 Stelle, Di Maio comincia ad essere un peso e questo risultato della consultazione sembra un cappio per il capo politico.

Pier Paolo Milanese

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