Stretta per chi evade le tasse: scatta pignoramento del conto corrente

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Si mette male per chi non paga le tasse e i contributi comunali. Nel momento in cui gli enti locali pizzicheranno gli evasori incalliti non dovranno più attendere l’emissione della cartella esattoriale per avviare le procedure di recupero forzoso del credito.

Da oggi scatteranno le vie brevi con i pignoramenti dei conti per le tasse non pagate. Si tratta del nuovo articolo 96 della manovra finanziaria che rende più spedito l’iter delle azioni esecutive per recuperare tasse e tributi non pagati, dai rifiuti alle rette degli asili: in ballo ci sono circa 19 miliardi ancora non riscossi.

Per ora sono escluse le multe stradali, ma durante l’iter parlamentare la norma potrebbe cambiare. I Comuni e gli altri enti locali – Province, città metropolitane, comunità montane, unioni e consorzi di Comuni – già oggi possono pignorare stipendi, conti correnti, fatture, immobili (tranne prima casa) o bloccare l’auto per recuperare dal contribuente il dovuto.

Se dunque il cittadino non paga le tasse sulla casa come Imu e Tasi, sulla spazzatura come la Tari, la Tosap per l’occupazione del suolo pubblico o anche bollo auto, rette scolastiche, imposta su affissioni e pubblicità prima o poi può con le ganasce fiscali.

Adesso con l’articolo 96 della legge di bilancio ‘Riforma della riscossione degli enti locali’ che consente a questi stessi enti di andare più veloci, senza attendere i tempi di iscrizione a ruolo del debito o di predisposizione dell’ingiunzione. Riduce in sostanza tempi e costi.

Dall’1 gennaio 2020 ai sindaci servirà un solo atto anziché due (accertamento e ingiunzione) per arrivare alla soluzione estrema: l’esecuzione forzata.

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