Bossi, il vecchio leader umilia Salvini e svela la vera identità politica e culturale della Lega : “I terroni a casa loro”

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Li ricordo bene gli anni della Lega di ‘Roma Ladrona’, la Secessione, i Terroni del Meridione e il celodurismo. C’era l’ideologo Gianfranco Miglio che finì in rotta di collisione con il Senatur che lo ridimensionò definendolo “Una scorreggia nello spazio”.

Umberto Bossi è stato ed è un animale politico con le sue contraddizioni, incoerenze, disinvolture ma resta un animale politico. È comparso ieri ripiegato sulla carrozzella al congresso flash della ‘nuova’ Lega di Matteo Salvini.

Nella platea c’era un clima di pietà umana, di comprensione e l’ affetto che si riserva al parente moribondo e un po’ rincoglionito per farlo sentire felice. In molti e tra questi lo stesso Salvini, si aspettavano un breve discorso trombone sui vecchi tempi, le parole biascicate e incomprensibili volte a strappare un applauso emotivo.

Chiusa la pratica del fondatore e degli onori da tributare al vecchio leader ecco il nuovo statuto e la nuova Lega nazionale e di potere. E invece il vecchio leone – nonostante gli acciacchi – ha ruggito.

Parole chiare, concetti impressi a fuoco, piglio di un tempo e poi all’improvviso rivolto allo stesso Salvini ha sfoderato il dito medio della mano mandandolo a quel paese.

Indomito e con lo sguardo ben piantato nella complessità della realtà politica e delle gimkane acchiappa voti di Salvini, Bossi ha piantata una serie di paletti. Se la giornata di ieri doveva essere la consacrazione di Salvini a ben vedere, invece, è stata il ritorno di Umberto Bossi.

Standing ovation all’ingresso, standing ovation all’uscita. La platea e tra loro c’era chi anagraficamente non ha conosciuto il Bossi politico, lo ha festeggia con rispetto e ammirazione. Il leader c’è ed ha dimostrato che non si nasconde, non mistifica e neppure depista specialmente quando parla dei Meridionali.

Lo fa in modo duro, cinico ma racconta la verità: “Mi sembra giusto aiutare il Sud, mi sembra giusto, sennò se non li aiutiamo ‘a casa loro’ straripano e vengono qui. È un po’ come l’Africa”.

In pratica il senatur ha detto i meridionali vanno messi in condizione di non dover emigrare al nord o addirittura all’ estero per poter avere una vita normale. Certo tralasciando le parole ‘terroni’ e ‘negri’, Bossi ha detto una verità sacrosanta e coerentemente alla sua maniera.

La partecipazione di Bossi al congresso ha squarciato il velo di ipocrisia e i depistaggi di Salvini con a costruzione in vitrio di una nuova Lega che ammicca e tenta di conquistare il tesoretto dei voti al Meridione.

Adesso è chiaro che c’è un serio problema politico interno al Carroccio. Bossi ha solo raccontato la verità e evidenziato il pensiero unico della Lega : esistono due Italie ed è giusto che siano distinte e separate.

La Secessione non è stata mai accantonata, la si chiama con un altro nome, si attuano politiche sbilanciate per il Nord, al Meridione si vende il fumo continuandolo a marginalizzare. In pratica le politiche degli ultimi anni del Carroccio al Governo sono finalizzate alla Secessione di fatto, morbida, a discapito del Sud di cui però si chiede il consesno.

Oggi Salvini ha un problema in più. Non basta solo il marketing politico, il web, la bestia, i post, le giubbe da indossare, il pane e nutella, il selfie e le comparsate tv.

Le parole del vecchio leader interrogano, chiedono e attendono risposte. La Lega resta la Lega.

Arnaldo Capezzuto

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