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La scimitarra presto si potrebbe abbattare su una trentina di parlamentari e altrettanti consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che non sono in regola con le restituzioni degli stipendi.
Prima il modus operandi della rendicontazione era del tipo scientifico: le varie voci di spesa dovevano essere rigorosamente giustificate con pezze d’appoggio. Poi si è optato con il forfettario medio e la tassa fissa ‘Casaleggio’ che per i portavoce in Parlamento è catalogata con la dicitura ‘Contributo piattaforme tecnologiche’ mentre per i portavoce regionali prende il nome di ‘Scudo della Rete’ in ogni caso l’esborso alla società del figlio del fondatore è di 300 euro.
I soldi vengono versati in fondi per il microcredito e la scuola. Scorrendo le tabelle contenute nel sito ‘tirendiconto.it’ ci sono per quanto riguarda i parlamentari almeno una trentina tra deputati e senatori grillini che non hanno restituito un euro da mesi.
All’appello mancano le quote di indennità ed i gettoni aggiuntivi dei ruoli istituzionali ricoperti come presidenti e membri di commissioni. Un problema serio che preoccupa.
A norma di regolamento chi non è in regola con i versamenti è messo alla porta e non sono consentite proroghe per effettuare i bonifici. Per il rotto della cuffia la situazione potrebbe ancora essere messa in sicurezza fermo restando che quel denaro da versare e quindi da accontonare nel fondo del M5S esista ancora.
Ci sono parlamentari – che dalla scorsa legislatura – si trascinano cause, querele, processi e contenziosi relativi alla loro attività politica. Il denaro non restituito – come sostiene il senatore Mario Gianrrusso – serve per pagare le parcelle di avvocati e consulenti che li difendono.
Il vertice del Movimento non vuole sapere ragioni: occorre regolarizzare i versamenti altrimenti si attiverà la procedura di espulsione per parlamentari e consiglieri regionali.
Insomma, non bastano i venti di scissione adesso c’è anche la scimitarra verso i morosi. Un Movimento 5 Stelle che sembra avviato sull’orlo di un precipizio.
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