Sono trascorsi 40 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia freddato sotto casa da un commando di killer.
Tante inchieste, una condanna definitiva dei mandanti ma non si è mai dato un nome e un cognome ai sicari che trucidarono il governatore della Sicilia. Non fu solo mafia ma ci furono inedite saldature tra poteri compresi quelli deviati dello Stato e dei gruppi dell’estrema destra stragista.
Era il 6 gennaio del 1978 e Piersanti Mattarella stava portando avanti una vera e propria rivouzione politica, amministrariva e istituzionale in Sicilia. Un progetto che aveva collegamenti nazionali con l’azione di governo di Aldo Moro. Una rivoluzione che mise nel mirino la mafia e i collegamenti con pezzi dello Stato e della Dc.
Oggi tante le cerimonie a Palermo per ricordare il sacrificio di un grande uomo e statista, un uomo giusto, un servitore dello Stato. Corone di fiori e l’intitolazione di un parco e della biblioteca della Regione Sicilia a Palazzo Reale. Presente suo fratella Sergio Mattarella, presidente della Repubblica e i figli ed i nipoti.
Con il presidente dell’Assemblea siciliana Gianfranco Miccichè e il governatore Nello Musumeci, il sidaco di Palermo Leoluca Prlando che fu assistente dello stesso Mattarella. Accanto a Sergio Mattarella la figlia e i due nipoti, figli di Piersanti, Maria, segretario generale della Regione, e Bernardo che è stato deputato dell’Ars.
“Il 6 gennaio 1980 la mafia uccideva Piersanti Mattarella a Palermo. Politico onesto e rigoroso, servitore dello Stato, esempio di riscatto per le giovani generazioni e per tutti coloro che hanno contribuito e continuano a contribuire con determinazione alla lotta alla mafia”.
Lo scrive su Twitter il presidente della Camera, Roberto Fico.
“Piersanti Mattarella pagò con la vita la sua battaglia contro l’illegalità e la criminalità. Per questo, per noi tutti, a dispetto del tempo trascorso, resta un esempio attuale di impegno politico” ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nel ’92 e presidente della Fondazione Falcone.