Il partito democratico di Nicola Zingaretti tenta un balzo in avanti. Stabilizzato nei sondaggi – almeno non perde consensi – si attesta al 20 per cento tenta di voltar pagina.
Non è un caso se Nicola Zingaretti annuncia il cambio di nome e l’inclusione o quanto meno l’avvio di un processo di apertura verso la società civile.

Lo sguardo è proteso verso le esperienze delle sardine e dell’associazionismo e guardano a quel pezzo protestatario – ex area di sinistra – in uscita dal Movimento 5 Stelle.
L’operazione – si spera – non sia di facciata ovvero nell’edificare l’ennesimo contenitore.
Ciò che gli osservatori politici reclamano è il software, mettere dentro idee, progetti, iniziative politiche di ampio respiro e riformatrici.
È l’unica strada per far asciugare l’acqua del sovranismo e populismo spinto alla Matteo Salvini e alla Giorgia Meloni.
Occorre capire se ci sono i margini e più che altro misurare il vero stato di salute del Pd dopo il voto delle regionali.
Pier Paolo Milanese
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