È sera c’è la solita folla in via Giacomo Leopardi a Fuorigrotta. C’è una Fiat Panda in sosta davanti alla stazione della Cumana. Sono attimi. Scoppia il parapiglia. Poi i colpi di pistola.
Nicola Barbato, sovrintendente della Polizia di Stato è sottocopertura per un’indagine antiracket è colpito alla nuca. Sono le 20, del 26 settembre 2015. Barbato è gravissimo. Minuti concitati e via Leopardi è accerchiata dalla polizia. Convergono le auto da tutta Napoli. Un assedio.
Si scatenerà una colossale caccia all’uomo. Tra i primi a giungere sul posto e come gli altri colleghi lavorerà h24 per assicurare il killer alla giustizia c’è un poliziotto, si chiama Gaetano Senarcia, assistente capo della polizia di Stato.
Un poliziotto, poliziotto. Grande senso del dovere, generosità, impegno per la leglità. Un vero punto di riferimento del Commissariato di Pianura, un territorio martoriato dalla criminalità organizzata.
Ieri il dramma. Un malore improvviso e poi la tragedia.
Gaetano Senarcia aveva 50 anni, tanta vita da vivere peri i suoi due figli, i familiari, i colleghi e per la sua gente.
Tanti i racconti spontanei che in queste ore sui social ricordano l’ assistente capo della polizia di Stato. Viene fuori una persona che in silenzio e in modo riservato tentava di aiutare il prossimo anche con piccoli gesti.
Non si danno pace i colleghi e chi ha conosciuto oppure ha avuto modo di lavorare fianco a fianco a Gaetano Senarcia. Incredulità, sconcerto e dolore questi sono i sentimenti che in queste ore confuse e di estremo dolore emergono.
I funerali ci saranno oggi alle ore 16 presso la chiesa di Santa Maria del Mare, viale dei Gigli, 1 al Villaggio Coppola a Castel Volturno.
Arnaldo Capezzuto