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“Siamo in attesa della convocazione del tavolo della nostra vertenza da parte del ministro dello Sviluppo Economico. Fanno solo chiacchiere. È un governo di pagliacci e non sono all’altezza di risolvere i problemi. Per noi possono andare anche a casa”.

Riscoppia la rabbia dei lavoratori della Whirlpool di Napoli. Nel corso dell’assemblea presso lo stabilimento di via Argine la rabbia è montata fino a quando gli operai in corteo si sono diretti ai caselli dell’autostrada ed hanno bloccato la circolazione veicolare.

Non sono mancate le tesioni con le forze dell’ordine giunte con tre blindati e agenti disposti in stato antisommossa.

I dipendenti dello stabilimento di Napoli sono sospesi nel limbo e in pratica abbandonati al proprio destino. Il mese di marzo si avvicina e con esso la chiusura del sito produttivo.

“Sono 60 anni che produciamo lavatrici ed elettrodomestici – spiegano – non crediamo all’ipotesi della riconversione e neppure alla storiella della vendita”.

La tensione, l’ansia e la rabbia sono palpabili. Qui nessuno si era iluso che la vertenza rientrasse ma almeno si sperava che il Mise mantenesse gli impegni presi.

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