Le mascerine potrebbero rientrare nel nostro quotidiano. Pare che non solo le grandi gocce che si liberano con tosse e starnuti possoo infettare il coronavirus ma pare che le particelle possono viaggiare nell’aria e sono in grado di raggiungere distanze fino a 1,8 metri.
A riaccendere un dibattito scientifico che prosegue da settimane è l’Accademia Nazionale delle Science degli Stati Uniti, con una lettera indirizzata al capo delle politiche scientifiche della Casa Bianca.
Sempre negli Stati Uniti, ha citato gli ultimi dati in questa direzione anche l’immunologo Anthony Fauci, direttore dell’istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases).
La virologa Ilaria Capua, dell’Università della Florida ha detto che “non possiamo escludere il propagarsi del coronavirus dai condizionatori”. Trovare una risposta attendibile è importante perché da questa potranno dipendere le future misure di prevenzione.
Per esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) potrebbe rivedere le sue raccomandazioni sull’uso delle mascherine.
In attesa di fare chiarezza, le posizioni all’interno della comunità scientifica restano discordi. Per il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, non ci sono al momento evidenze che il nuovo coronavirus circoli nell’aria.
Questa via era nota in determinati contesti, come quelli sanitari, ma al momento la letteratura scientifica indica che le principali vie diffusione del virus sono quelle per droplet e per contatto. Dello stesso avviso l’epidemiologo Giovanni Rezza, dell’Iss