Era dal 1943 che il miracolo di maggio di San Gennaro non si svolgeva in forma diversa da quella tradizionale, ovvero con una processione dal Duomo alla basilica di Santa Chiara. È quanto ha ricordato, l’abate del Tesoro di San Gennaro, mons. Vincenzo De Gregorio.

Tocca all’abate, infatti, annotare tutto quello che avviene nel corso delle funzioni per il miracolo (di settembre, dicembre e maggio).
Il sangue si è sciolto nel Duomo senza la tradizionale processione delle statue dei compatroni di Napoli causa dell’emergenza Coronavirus.

Neppue le “parenti dai San Gennaro” ci sono. Si tratta delle fedeli che, ‘vantando’ una parentela con il giovane vescovo martirizzato a Pozzuoli, invocano con le preghiere il ripetersi del prodigio.
Nel 1943 la processione delle statue si tenne ugualmente lungo le strade del centro storico ma la funzione non si svolse, come la tradizione vuole, nella basilica di Santa Chiara che era danneggiata dagli effetti di un bombardamento.
L’ampolla con il sangue di San Gennaro che solitamente dopo vengono esposte ai fedeli e offerte per il bacio sono state subito rinchiuse nella cassaforte della Cappella del Tesoro.
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