Maxi blitz al porto di Salerno, 69 in manette

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Corruzione, peculato, falso, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti. Questi i reati di cui dovranno rispondere 69 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Salerno ed eseguita da oltre 250 militari della Guardia di Finanza.

L’operazione riguarda anche le province di Avellino, Caserta e Napoli e riguarda reati commessi nell’area portuale salernitana. Il provvedimento riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.

Sono 53 gli episodi di illecita appropriazione di merci commessi in breve tempo da funzionari doganali, personale fitosanitario, spedizionieri, ausiliari doganalisti e dipendenti della societa’ di facchinaggio ai quali e’ stato contestato il reato di peculato in concorso.

Parliamo di ruberie che interessavano beni di scarsissimo valore come jeans, fagioli, patate, confezioni di colla e sacchetti di mandorle. Accertato anche un traffico internazionale di rifiuti per condotte riconducibili a due spedizionieri doganali e sette persone di etnia africana interessate alle spedizioni.

Sequestrate 60 tonnellate di rifiuti, speciali e non, oltre a mille pannelli fotovoltaici e altrettanti accumulatori di energia elettrica che avrebbero raggiunto territori africani. Gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due avvocati del foro di Salerno e di un dipendente del ministero della Giustizia, per cui è stata disposta la sospensione dalla professione e dal pubblico ufficio per dieci mesi, per illecito accesso ai sistemi informatici e divulgazione di dati riservati sul procedimento penale nell’interesse dei funzionari doganali che temevano di essere coinvolti nelle indagini in corso.

Stessa misura interdittiva per un brigadiere della finanza che, in concorso con un funzionario doganale, attestava fittiziamente il rientro di merci temporaneamente esportate, in realta’ mai transitate nel porto di Salerno.

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