Torna in carcere boss Patrizio Bosti, 62 anni, detto ‘o Patrizio, uno dei vertici della storica Alleanza di Secondigliano, il ‘cartello’ di clan (Licciardi, Mallardo e Contini) che dal quartiere dell’area Nord di Napoli ha gestito i traffici illegali di una larga fetta della citta’ e della provincia.
Il boss era stato scarcerato l’11 maggio grazie a sconti di pena per buona condotta e per una sentenza a suo favore per carcere inumano. La scarcerazione ha destato molto clamore anche per il fatto che il boss è tornato nel suo quartiere-roccaforte a Napoli.
A seguito di un altro calcolo di anni di reclusione è emrso che Bosti deve scontare altri mesi di detenzione.
Quando oggi pomeriggio gli agenti hanno bussato alla sua abitazione al rione Amicizia, Bosti non ha detto nulla. Il boss ora è nella casa circondariale di Napoli-Secondigliano e nelle prossime ore potrebbe essere trasferito in un penitenziario di massima sicurezza, forse nuovamente a Parma dove era in regime di 41 bis. Prima di essere trasferito in cella ha avuto un colloquio con il procuratore Giovanni Melillo.
La scarcerazione in anticipo e’ arrivata ai sensi della legge Gozzini ma anche della norma, introdotta nel 2014, che prevede ulteriori benefici per i detenuti che hanno subito un trattamento in carcere non in linea con l’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e ritenuto “inumano e degradante”.
Inizialmente il magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia gli aveva riconosciuto 2.868 giorni di detenzione inadeguata nelle case circondariali di Napoli-Poggioreale, Bellizzi Irpinino, Rebibbia, Regina Coeli, Trani, Palermo-Ucciardone e Parma, fissando la scarcerazione con 286 giorni in anticipo, quindi il 14 luglio; con un successivo calcolo, chiesto dai suoi legali, erano stati conteggiati altri 974 giorni di detenzione “inumana e degradante”, cioe’ altri 64 giorni di riduzione pena.
Complessivamente ha scontato 30 anni di reclusione, per associazione per delinquere, estorsione, concorso in omicidio e altri reati, reati tutti con l’aggravante mafiosa