Un flash mob in modalità Covid -19 davanti al cancello del Museo e Real Bosco di Capodimonte. Una protesta per la clamorosa e dolorosa decisione della direzione dell’importante sito culturale e ambientale di sbarrare i cancelli a partire da sabato scorso dopo soli 5 giorni di apertura.
Indignazione, frustrazione, risentimento e tante polemiche ma soprattutto il non capire nulla di ciò che è accaduto e sta accadendo. Risultato ? L’imbrattare la nuova cartellonistica installata in tempi record dalla direzione dopo aver recepito le linee guida anti-covid -19 con un “La vita ce la decidiamo noi” e poi l’immancabile “Andate a fare in culo fascisti di merda”.
E pensare che il direttore Sylvain Bellenger con il suo staff e con il riluttante personale è riuscito a fare a Capodimonte una vera e propria rivoluzione di bellezza.
Il più grande parco urbano d’Italia nell’immaginario collettivo partenopeo era fino a qualche anno fa adibito al pic nic formato pasquetta con bombola del gas e griglia incorporate, partite di pallone con danneggiamento di statue e antiche fontane, bevute a sbafo, scippi e rapine, atti di vandalismo, c’era perfino chi sistematicamente sottraeva il terreno e chi frequentava il luogo esclusivamente per usare un eufemismo per scambi amorosi.
Per non parlare del sito culturale con il Museo pressoché abbandonato, senza una governance e una visione precisa del ruolo culturale. La grande rivoluzione è sotto gli occhi di tutti e del mondo. Il faro della stampa nazionale e internazionale illumina e celebra il Museo e Real Bosco di Capodimonte. Uno sforzo importante e riconosciuto: nelle classifiche specialistiche il parco urbano e culturale di Napoli è tra i più interessanti, belli e stimolanti a livello mondiale.
Senza contare le tantissime sinergie attivate con sponsor e finanziatori che hanno permesso e consentito la ristrutturazione, riammodernamento e rivalorizzazione delle strutture interne. Capodimonte come attrattore internazionale, basti citare la recente installazione di Santiago Calatrava oppure le mostre che suscitano l’interesse della cultura internazionale.
Per alcuni manifestanti duri e puri e alquanto superficiali, insomma, gli artefici di questa rivoluzione silenziosa devono andare a fare in culo perchè sono fascisti di merda. Come si dice : la mamma dei cretini è sempre incinta.
Chi è veramente il fascista in questa storia? Avete capito perchè improvvisamente il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha dovuto chiudere? Sapete di cosa parlate? Conoscete i motivi? Avete letto la normativa e le linee guida anti Covid – 19? Sapete cosa significa responsabilità sanitaria? Avete compreso cosa chiedono alcuni sindacalisti o meglio coloro che si autodefiniscono rappresentanti dei lavoratori?
Oggi sul quotidiano La Repubblica il direttore Bellenger ha detto: “Il mio atto di coraggio è stato chiudere il parco, è la decisione più difficile della mia direzione. Il Bosco di Capodimonte riaprirà in settimana, do la mia parola d’onore”.
“Il sindacato aveva accettato: dentro solo custodi, alle porte vigilanza privata. Ma dopo pochi giorni ci siamo resi conto che non funzionava: la maggioranza del pubblico rispetta le regole, una minoranza lo fa se richiamata, e poi c’è chi pensa che il coronavirus non esiste e non vuole limitazioni. Di fronte a questa realtà abbiamo valutato servisse maggiore controllo all’interno e abbiamo proposto il piano con 30 persone, compresa la vigilanza privata”.
“La mancanza di personale si aggrava da 15-20 anni, non posso aspettare il concorso dei mille addetti. I custodi in servizio sono massimo 70, devono lavorare su tre turni, ci sono più di 120 sale museali, 134 ettari di bosco, tre porte di accesso al sito. Con i 10 addetti di Ales terremo aperto il secondo piano, il primo con 7 custodi più 2 Ales: difficile aprire terzo piano e sala Causa. Dal 2 giugno chi lavora nel bosco rientrerà nel museo, ma dovrà usufruire del riposo compensativo. E il parco non avrà più personale. Questi i dati: io non parteggio per il privato, io devo tenere aperto il sito al pubblico”.
Da stamane però si scopre che chi al Museo e Real Bosco di Capodimonte è stato artefice di una grande rivoluzione ed ha creato bellezza deve andare a fare in culo perchè fascista di merda. Correttezza e onestà vera imporrebbe che almeno quelle scritte venissero cancellate. Forse però è troppo di sinistra.
Arnaldo Capezzuto