A breve ci sarà il passaggio del testimone. Non manca molto alla nomina del nuovo arcivescovo di Napoli. Il cardinale Crescenzio Sepe esce di scena. Il 2 giugno in coincidenza con il suo 77esimo compleanno scadranno i due anni della proroga concordati o meglio imposti dallo stesso Sepe a Papa Francesco.
Già circolano diversi nomi con destinazione Napoli ma ci potrebbe essere dietro l’angolo una clamorosa svolta. Papa Bergoglio predica discontinuità. All’ombra del Vesuvio, il Santo Pontefice vuole una chiesa missionaria, una chiesa diversa, una chiesa aperta, una chiesa caritatevole e dalla parte degli ultimi. Una rivoluzione. I prossimi mesi saranno terribili. I disastri economici, sociali del post Covid – 19 si abbatteranno sulla città.
Occorre riscendere in mezzo alla gente con la forza del Vangelo. Avviare una nuova evangelizzazioni che guardi all’umanesimo e alle fragilità. Non c’è più tempo. La chiesa chiusa di Crescenzo Sepe non è la chiesa vissuta da Papa Francesco. Il Vaticano vuole dare un segnale forte. C’è un identikit preciso. Un nome sussurrato nei corridoi ovattati e segreti dello Stato del Vaticano.
Non indossa lo zucchetto rosso porpora. Niente concistoro per lui. La scelta non è casuale. Un ex potente come è stato Sepe non è riuscito a servire fino in fondo la chiesa di una città complicata. Annunci, proclami, marketing e più che spiritualità molta materialità. Napoli ha bisogno di un ‘prete di strada’, un pellegrino in mezzo ai pellegrini, un ultimo tra gli ultimi dalla parte dei più deboli e degli emarginati.
Papa Francesco pensa a monsignore Domenico Battaglia, attualmente vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti. Questo il nome a sorpresa che vertiginosamente circola Oltretevere. Originario di Satriano, piccolo comune della provincia di Catanzaro, 57 anni e un percorso cominciato con l’ordinazione a sacerdote avvenuta il 6 febbraio1988 dall’arcivescovo Antonio Cantisani.
Durante la sua attività pastorale all’interno dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace si è interessato ai più deboli e agli emarginati tanto da essere chiamato ‘prete di strada’. Ma non solo. Ha guidato il Centro Calabrese di Solidarietà comunità dedita al trattamento e al recupero delle persone affette da tossicodipendenze mentre fino al 2006 è stato vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro opera diocesana di assistenza-carità e presidente nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche.
Poi il 24 giugno di quattro anni fa è stato direttamente Papa Francesco a nominarlo alla guida della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. Tre mesi dopo è stato consacrato vescovo nella Cattedrale di Catanzaro dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone.
Ora il grande salto, la grande responsabilità. Domenico Battaglia, potrebbe essere il nome nuovo chiamato da Papa Francesco, per rinnovare e forse rifondare la chiesa di Napoli.
Ci sono macerie, molte. Per troppi anni Largo Donnaregina è stata la casa di pochi e noti. Occorre una rivoluzione, un cambio di passo radicale. Un duro lavoro aspetta chi sarà chiamato a ‘governare’ la chiesa partenopea nel dopo Sepe. Quel nome potrebbe essere quello di Domenico Mimmo Battaglia.
Arnaldo Capezzuto