Corsa per approvare la Legge Urbanistica: La Regione Campania tenta il regalo elettorale alle lobby del mattone selvaggio? Da Frattamaggiore a Volla passando per Cardito tutti con il fiato sospeso

0 0
Reading Time: 5 minutes

Non si può far finta di nulla. L’inchiesta che ha travolto il comune di Sant’Antimo con 59 persone finite tra arresti domiciliari e carcere e oltre 100 indagati mette a nudo uno dei comparti più redditizi dell’economia della regione che spesso diventa sistema criminale: l’industria del mattone selvaggio.

Le betoniere in funzione 24 ore su 24, il ciclo del cemento, progetti, varianti, modifiche in corso d’opera, piani regolatori generali scaduti, i Puc fermi, salvaguardie mai scattate, consumo sistematico del suolo, i trucchi delle volumetrie, l’artificio degli atterraggi delle cubature, l’eterna deroga agli strumenti urbanistici, le normative torbide e l’applicazione delle interpretazioni che diventano prassi criminogena, la pressione sugli uffici tecnici del settore dell’urbanistica, la politica telecomandata dai comitati d’affari, le potenti lobby spurie che attraverso liste civiche e correnti nei partiti eleggono direttamente propri rappresentanti inquinando e rendono tossici i luoghi della democrazia.

Se in Campania abbiamo il maggior numero in Italia di Consigli comunali sciolti per infiltrazioni camorristiche e inquinamento della vita amministrativa, un motivo deve pur esserci. Esiste una massa di denaro che dev’essere riciclata, ripulita, reinvestita e deve produrre potere e convenienze.

Il meccanismo dagli anni Settanta passando per la ricostruzione post terremoto è sempre lo stesso e si chiama : ‘Mani sulle città’. Costruire palazzi, case, ville, capannoni, centri commerciali, lottizzare terreni, cementificare appezzamenti agricoli. Costruttori, imprenditori, gruppi industriali, cooperative diventano e sono collettori d’interessi.

L’inchiesta ‘Antemio’ è un atto d’accusa impietoso su politica, economia, imprenditori, pezzi delle istituzioni, rappresentanti dello Stato, il tutto impastato dalla camorra che non è la camorra delle ‘stese’. Si tratta di un soggetto attivo che media tra i vari interessi, avvicina, sfuma, promoziona e quando deve agire lo fa con l’uso del monopolio della forza e violenza.

Il caso di Sant’Antimo non è il solo. C’è Orta d’Atella, uno scandalo nazionale al pari di Volla, piccolo comune cuscinetto tra Napoli e la cintura vesuviana dove nonostante nel 2004 sia avvenuto lo scioglimento del Consiglio comunale per camorra dove clan, costruttori e imprenditori del mattone condizionavano l’attività amministrativa, nulla ad ora sembra essere cambiato. Tanto è vero che nel 2019 la Procura di Nola ha sequestrato immobili per svariati milioni di euro e ancora in queste settimane si continua a concedere concessioni per costruire, insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

Stessa trama a Frattamaggiore e comuni limitrofi. Per poi non parlare o meglio parliamone perché quei pochi che ne scrivono rischiano la pelle : c’è il caso Cardito. I cantieri spuntano la sera per la mattina, i permessi a costruire sono autorizzati al chilo e cosa che fa letteralmente strabuzzare gli occhi dalle orbite e che in violazione alle norme sull’amministrazione trasparente, il comune ha un sito web praticamente fermo.

Solo coincidenze se consultando l’Albo pretorio on line alla voce determine cliccando sul link edilizia ‘pubblica e privata’, viene fuori una schermata che non serve a nulla. C’è un elenco ‘numero’ poi una casella corrispondente con ‘oggetto’ e ‘file’ allegati non consultabili.

La pagina non ottempera alle linee guida dettate dall’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. In pratica il sito web del comune di Cardito non è purtroppo il solo, non assolve all’obbligo di pubblicare i dati di cui al d.lgs. n. 33/2013 nella sezione denominata “Amministrazione trasparente”.

La consultazione dei documenti – dice la norma – non può essere limitata da una preventiva richiesta di autenticazione ed identificazione ma è un diritto di chiunque acceda ai siti direttamente ed immediatamente.

Perchè proprio il link ‘edilizia pubblica e privata’ non è consultabile? La circostanza è strana o meglio occorre che al più presto i responsabili ci mettano una mano e adeguino la struttura informatica.

L’elenco dei comuni in questa situazione potrebbe continuare all’infinito. Sembra che le amministrazioni chi più, chi meno per tutelare equilibri, alimentare un sistema ‘formato Sant’Antimo’ ad alta e bassa intensità, dar conto alle proprie clientele e ai condizionamenti di lobby del mattone, allentano i cordoni e creano le condizioni affinché le betoniere pompino cemento h24.

Il settore sensibile e delicato è chiaro che è rappresentato dagli uffici tecnici e urbanistici che somigliano a vere e proprie sartorie di atti cuciti su misura. Non è un caso se i comuni della Campania nella maggior parte dei casi non hanno neppure approvato il preliminare dei piani urbanistici comunali.

I paletti devono spostarsi di continuo, le regole devono essere sbiadite, inconsistenti, deboli giuridicamente tanto basta qualche pronunciamento e la partita, anche la più difficile, è vinta a tavolino.

Chi potrebbe ‘imporre’ certezze, dettare le regole che valgono sempre e comunque, interrompere il perverso sistema del cemento selvaggio e chiudere i conti con lobby e gruppi di pressione criminale è la Regione Campania.

All’attenzione del Consiglio regionale c’è il disegno di legge in materia di Governo del Territorio. Dopo vari step partito dal Testo unico, già approvato dalla Giunta Regionale (DGR n. 527 del 29/10/2019) si è giunti a una versione emendata e quindi a una nuova formulazione della legge.

Ora la normativa è in IV Commissione Consiliare dove è stato istituito un tavolo tecnico che ha omogenizzato circa 60 proposte pervenute. Un lavoro importante che passa per l’approvazione del Regolamento di Attuazione della legge. È intenzione approvare il Regolamento Urbanistico Edilizio per fine giugno oppure al massimo inizio luglio.

È una corsa contro il tempo. Certo i mesi dell’emergenza sanitaria da Covid hanno fatto slittare di molto. La Regione Campania vuole dotarsi, in pratica, prima della conclusione dell’attuale legislatura, di un rinnovato ed organico quadro normativo in tema di Governo del Territorio. Giusto e sacrosanto.

La domanda sorge spontanea: di tutte quelle costruzioni fatte contro la legge cosa ne facciamo? Le case sequestrate a Volla saranno abbattute? E quelle degli altri comuni edificate con un semplice cambio di destinazione d’uso ?

E tutti i permessi per costruire di amministrazioni ‘condizionate’ come Sant’Antimo, Castellammare dove gli uffici tecnici sono stati praticamente dependance di comitati d’affari e note entità saranno revocati? E se hanno già edificato? E se le agenzie immobiliari con notai a seguito hanno venduto il pacco al povero acquirente? Che si fa?

L’ultimo interrogativo: la Regione Campania approvando di corsa la Legge Regionale Urbanistica non potrebbe dare l’impressione di voler confezionare un regalo elettorale alle lobby del mattone che sapranno disobbligarsi ?

Non sarebbe meglio, a qusto punto, bloccare l’approvazione della nuova normativa e rinviarla al nuovo Consiglio regionale ? Giuto una domanda.

Arnaldo Capezzuto

Metti un like alla nostra Fanpage

© Riproduzione riservata
www.ladomenicasettimanale.it

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Chiudi
Ascolta le notizie
Social profiles
Chiudi