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Forse Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, nella sua logica non aveva tutti i torni nell’invocare entro luglio le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale.

Con il suo sguardo lungimirante sapeva, forse, immaginava, – visto i fatti che stanno emergendo – che qualche grana giudiziaria potesse prima o poi esplodere e azzerare il ‘tesoretto’ d’immagine e consenso accumulato nei giorni drammatici della fase cruenta del Coronoavirus.

La slavina dell’inchiesta sugli ospedali Covid in Campania si è staccata. Nel mirino degli inquirenti sono finiti gli appalti che hanno consentito di allestire tre ospedali anti-covid a Napoli, Salerno e Caserta.

I magistrati hanno scritto sul registro degli indagati i nomi di Ciro Verdoliva, commissario dell’Asl Napoli uno, braccio destro di Vincenzo De Luca e il consigliere regionale Luca Cascone, il Wolf deluchiano per eccellenza. L’ipotesi di reato è di turbativa della libertà degli incanti e frode in pubbliche forniture.

A dare un’accelerata anche le denunce dell’ex parlamentare di Fdi Marcello Taglialatela, che ha presentato ben cinque esposti contro la gestione dell’emergenza covid. Ma anche potenti inchieste giornalistiche quelle di Fanpage e Report dove i cronisti hanno documentato tante sospette anomalie non da poco.

In particolare scambi vertiginosi di mail tra Cascone e una serie di ditte sanitarie per l’approvvigionamento di ventilatori polmonari, mascherine, apparecchiature senza però averne titolo. Ma non solo Cascone avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel maxi appalto da 18 milioni di euro per la costruzione degli ospedali modulari e la forniture di dispositivi di sicurezza e macchinari sanitari. Ad occuparsi di trattative, appalti e bandi è la Soresa, l’unica società titolata a poter operare.

Lo stesso Cascone, avvicinato da Fanpage ha liquidato la faccenda come “volontariato”, il suo darsi da fare è stato in pratica dettato dal voler dare una mano in un momento difficile per la Campania.

Il consigliere non è stato mai componente della task force ma in generale non poteva assolutamente interferire e facilitare rapporti per l’acquisto di apparecchiature e forniture per nome e per conto della Regione Campania.

L’inchiesta ha subito una brusca accelerazione con un blitz dei Ros partito venerdì sera dove sono state sequestrate mail, documenti, i server di SoReSa e i telefoni degli indagati.

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