Aumentano in Campania le denunce per reati contro gli animali e fano registrare un +7,5%. E’ il Rapporto Zoomafia 2020 della Lav che evidenzia come, però, sia in diminuzione il numero degli indagati pari a -2,7%.
Bracconaggio organizzato, contrabbando di fauna, corse clandestine di cavalli e doping, “cupola del bestiame”, macellazione clandestina, combattimenti, pesca illegale: questi i filoni della zoomafia in Campania.
Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2020, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav.
La nuova edizione del Rapporto è alla sua ventunesima edizione e analizza lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel 2019.
“Il presente Rapporto rileva gli accadimenti relativi al 2019 – afferma Troiano – Non possiamo, però, non fare i conti anche con l’emergenza sanitaria, inattesa e violenta, che ci ha investito; un’emergenza globale e senza precedenti che impone un approfondimento anche per i crimini contro gli animali”.
“I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come diciamo da anni – sottolinea – rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco”.
“L’emergenza genera illegalità – continua Troiano – e si possono individuare profili di preoccupazione anche per tutte quelle attività economiche che sfruttano gli animali”.
“Se l’attuale insicurezza economica perdurasse o, peggio, si acuisse – conclude – non sarebbe azzardato supporre un aumento dei delitti come l’abigeato, la macellazione clandestina, la pesca di frodo organizzata, il traffico di fauna a scopo alimentare, ovvero di tutte quelle attività economiche che rispondono agli interessi primari”