M5S svolta? Forse si, ma torna in mano a Di Maio

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Luigi Di Maio si riprende il Movimento 5 Stelle. Quello che nella narrazione ‘imposta’ era il luogo della politica dell’uno vale uno e dei protagonismi collettivi dal basso è da oggi ufficialmente una sorta di comitato elettorale dei capibastone.

Un delegittimato Di Maio che nel governo Conte I non ne ha imbroccata una giusta dopo il periodo di purgatorio riappare e detta la linea.

La consultazione online ha decretato il Sì degli iscritti al secondo mandato per i sindaci e alla possibilità di sottoscrivere intese locali con altri partiti.

In sostanza un ok alla ricandidatura di Virginia Raggi a Roma e a stringere alleanze con il Pd sul territorio e segnatamente nelle grandi città dove in prospettiva si andrà a voto come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna.

E’ un cambio di prospettiva, una virata, su cui ha messo il cappello il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che da oggi riconquista un ruolo centrale nel dialogo con il Pd.

“Da oggi inizia una nuova era per il Movimento 5 Stelle nella partecipazione alle elezioni amministrative” esulta l’ex capo politico che commenta: “Oggi abbiamo scelto di incidere. Oggi abbiamo scelto di provarci. Si riparte ascoltando i territori”.

Anche il leader del Pd , Nicola Zingaretti, accoglie favorevolmente il responso delle urne pentastellate: “un fatto positivo. Siamo un’alleanza tra forze diverse che rimangono diverse, ma per governare bisogna essere alleati, non si può essere avversari”.

Però il capo del partito democratica pone un distinguo non da poco: “Non sosterremo mai la ricandidatura della sindaca Raggi” mette in chiaro.

Sulle declinazioni future dell’esito del voto odierno, sia per quanto riguarda l’estensione ai parlamentari della fine del tetto ai due mandati, sia per quanto concerne il ribilanciamento dei rapporti di forza interni al M5s arriva invece l’altolà di Davide Casaleggio.

Il figlio del fondatore del Movimento ed animatore della piattaforma Rousseau su cui si è svolta la consultazione mette infatti subito i suoi paletti.

Da custode dell’ortodossia 5 Stelle chiarisce: “Da oggi i parlamentari e consiglieri regionali potranno riportare la loro esperienza nei comuni, e viceversa” precisa a chi già pensa di trasportare anche agli eletti alle Camere la fine del vincolo del doppio mandato.

Come dire, il “terzo giro” in politica i parlamentari lo potranno fare solo candidandosi nei territori.

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