Il sondaggio SWG è tra i più accreditati e indica Vincenzo De Luca e le sue 15 liste vincitori senza storia delle elezioni del 20 e 21 settembre in Campania con uno schiacciante 51/55 per cento.
Dato ormai acquisito il diretto competitor Stefano Caldono, candidato di centrodestra, non si sposta dal 29/33 per cento dei consensi.
Ciò, invece, che colpisce è il naufragare del Movimento 5 Stelle e in particolare della candidata Valeria Ciarambino.
I grillini come forza politica sono ‘pesati’ al 13/15 mentre la candidata presidente si attesterebbe non oltre una forbice compresa tra l’11 e 15 per cento.
Rispetto alle consultazioni di 5 anni, il Movimento 5 Stelle, perde dai 2 ai 4 punti e più della metà dei voti rispetto alle Europee del 2019.
Un tonfo che mette seriamente a rischio la riconferma dei sette consiglieri regionali uscenti e in particolare l’allert è scattato per Tommaso Malerba, Gennaro Saiello e Luigi Cirillo che potrebbero essere sbalzati dal rapper Lucariello e dall’attivista di Acerra, Alessandro Cannavacciuolo, ultimamente finito nel mirino delle minacce.
Valeria Ciarambino non brilla, il popolo grillino è freddo e contrariato. Non è passato sotto silenzio il vuoto in piazza a Pomigliano nell’accogliere il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e la stessa Ciarambino. Un segnale nel loro feudo di disaffezione ma soprattutto un campanello d’allarme.
Un minuto dopo l’esito delle urne nel gruppo dei 5 Stelle sarà messa in discussione la leadership della Ciarambino che oltre ad essere candidata alla presidenza come avvenne 5 anni figura come capolista, insomma, una polizza assicurativa sulla poltrona di consigliere.
E già qualcuno ha posto un paletto che nella prossima nuova legislatura l’eventuale presidenza di una commissione dovrà toccare a qualcun altro e non alla Ciarambino che è stata presidente di quella alla trasparenza.