Malgrado fossero tre contro due, stavano avendo la peggio e lui, annebbiato dalla rabbia, ha sferrato quattro fendenti letali: è una morte assurda quella toccata a Simone Frascogna, 19 anni, esperto di arti marziali, assassinato la sera di martedì scorso 3 novembre dal reo confesso Domenico Iossa junior, 18 anni, di professione carrozziere, con qualche parente stretto legato alla criminalità.

Una morte assurda causata da motivi di viabilità. Le immagini della videosorveglianza di corso Umberto, a Casalnuovo, sono nitidissime: sembrano scene di un film d’azione. Invece, testimoniano la realtà. La sequenza spiega nei minimi dettagli l’accaduto. Simone è con un amico di 18 anni, Luigi S., a bordo di una Ford Fiesta.
Gli altri tre su una Smart “quattro posti”. Dopo lo screzio Simone, seguito dalla Smart, parcheggia l’auto davanti l’abitazione di un amico dove lui e Luigi avrebbero dovuto passare la serata. Un gesto che viene interpretato come un invito alla lite. Domenico e i suoi amici, 16 e 17 anni, entrambi studenti, scendono dalla vettura e si scagliano contro le vittime quando sono ancora nella Fiesta.

Uno contro Luigi mentre l’altro e Domenco Iossa, armato del coltello, aggrediscono Simone. Quest’ultimo sa come difendersi e i tre stanno per avere la peggio.Durante la colluttazione Domenico riesce a ferire con un fendente Luigi, Simone interviene per difenderlo e viene colpito a morte sul fianco e alle spalle. Per lui non c’è scampo, è a terra. Il suo assassino e gli amici scappano in auto.
I due minorenni tornano nelle rispettive abitazioni ma Domenico sceglie di non andarci. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, che li hanno identificati anche grazie al numero di targa immortalato nei fotogrammi, li cercano a casa.
I minori vengono prelevati e interrogati. Entrambi confessano. Di Domenico però non c’è traccia. Alla fine si convince che fuggire è inutile e sceglie di costituirsi. con il suo avvocato Antonio Iorio, che lo conosce da quando aveva 13 anni, si reca in caserma. Lì, davanti al sostituto procuratore di Nola, confessa tra le lacrime.
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