Fanghi immessi in mare senza essere trattati attraverso il depuratore di Napoli Est. Per questo motivo c’e’ anche la contestazione di disastro ambientale nei confronti di alcuni degli indagati arrestati oggi da polizia e Guardia di finanza napoletane. L’inchiesta ha preso il via da un’inchiesta giornalistica di tre anni fa di Fanpage.
Oggi viene fuori un sistema inquietante dove apparati dello Stato, strani personaggi, imprenditori e amministratori pubblici vanno a braccetto.
Nel mirino la Sma, la societa’ della Regione che si occupa di rifiuti e depurazione. Sono emersi numerosi episodi di corruzione, anche di appartenenti alle forze dell’ordine, oltre a gare d’appalto pilotate. La Procura aveva chiesto l’arresto dell’ex consigliere regionale Luciano Passariello, richiesta tuttavia non accolta dal gip.
Tra i coinvolti nell’indagine ci sono Lorenzo Di Domenico, direttore generale pro tempore della Sma, arrestato e ora ai domiciliari,indagati per avere accettato la promessa di una tangente del 7% dell’importo. Tra gli arrestati, ai domiciliari, figura un ispettore di polizia del commissariato di Ponticelli, Vittorio Porcini.
Domiciliari anche per Errico Foglia, direttore dell’impianto di depurazione di Acerra, l’ingegnere Giacomo Perna, responsabile della manutenzione Sma; il dirigente della Regione Campania Lucio Varriale e Agostino Chiatto.
Il motore della corruzione sarebbe l’imprenditore Salvatore Abbate, i finanzieri hanno sequestrato presso la sua abitazione oltre 4 milioni di euro, ed erano stipati in borsoni, in pacchi di contanti sotto vuoto sistemati in cantina.
Ci sono volute molte ore per terminare i conteggi dell’ingente somma che va a suffragare l’ampio quadro probatorio riguardante i reati di riciclaggio e reimpiego di denaro emerso dalle pagine dell’ordinanza.