Nel quartiere Secondigliano, area nord di Napoli , nasce il primo servizio di portierato pubblico e gratuito che offre inoltre la possibilità ad alcuni percettori del reddito di cittadinanza di poter lavorare al servizio della comunità.
Attraverso gli spazi del Larsec e dell’ANCR (associazione dei ridotti ed ex combattenti), da qualche settimana in piazza Luigi Di Nocera è possibile usufruire gratuitamente di una serie di servizi gratuiti tra cui ricezione di pacchi e corrispondenza, deposito chiavi, custodia temporanea di piccoli oggetti, una bacheca esterna in cui inserire annunci di domanda e offerta di servizi (idraulico, giardiniere , badante e simili) e un angolo dedicato al prestito e alla lettura gratuita dei libri.
“È un piccolo progetto ma molto significativo – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – perchè mette insieme tante belle idee: il recupero di un territorio importante perchè Secondigliano è un luogo che merita grande attenzione ea cui noi ci dedicheremo molto nei prossimi mesi , persone che vengono recuperare per dare un contributo alla comunità facendo anche in modo che ci sia un servizio sociale ai percettori del reddito legato di cittadinanza. E dunque ci sono tanti messaggi positivi”.
“È un esperimento – ha aggiunto – che poi vogliamo replicare in altri luoghi per fare in modo che servizio pubblico, recupero, inclusione e valorizzazione delle persone e cooperazione con le associazioni diventino una leva di rinascita e ripartenza per la città”.
Il ‘portiere di quartiere’ si occupa anche della pulizia straordinaria della piazza, un tempo centro nevralgico di Secondigliano e che negli anni è stato
oggetto di incuria e di degrado. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 12 alle 17, ed è possibile grazie alla convenzione firmata tra l’associazione Larsec, l’ente di formazione EITD e il Comune di Napoli .
I percettori infatti fanno parte del progetto ITIA, finanziato dal FSE, e svolgono un tirocinio retribuito di 9 mesi per 500 euro al mese. Da Secondigliano, dunque, parte una nuova esperienza per fare comunità, rimettendo al centro la piazza e, soprattutto, rimettendo al centro la dignità delle persone svantaggiate. Un modo già comune in tante capitali d’Europa, per una sharing economy sostenibile e virtuosa anche grazie all’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza.