Alle 8 puntuali si sono aperte le urne presso i gazebo per le primarie del Pd . Stasera alle 20 precise si chiuderanno e il Partito Democratico avrà il suo nuovo segretario, il nono in 15 anni, che succederà al dimissionario Enrico Letta. La partita se la giocano Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e la deputata Elly Schlein.
Se Bonaccini ha incassato ed ha coagulato attorno alla sua candidatura la vecchia struttura di potere che dice di voler cambiare, non si sa come. Dall’altra parte c’è la Schlein che invece promette di rivoltare il partito come un calzino basta considerare che i suoi candidati al congresso sono per il 70 per cento donne.

Sarà una sfida con all’orizzonte il salvataggio di un partito che sembra gravemente malato e che ormai non ha una visione e neppure strumenti da mettere in campo per affrontare i problemi contraddittori e urgenti della società.
Se Bonaccini con il voto organizzato dei circoli e quindi capibastone, recordman di preferenze e reticoli clientelari ha trionfato, la partita, invece, appare più incerta ai gazebo dove la consultazione è libera e popolare.

In caso di vittoria di Bonaccini come della Schlein bisogna capire cosa resta di un partito in disfacimento. Perchè per ora il dibattito è stato quasi tutto interno. Fuori c’è la vita vera, i problemi quotidiani, le emergenze sociali, la povertà che avanza e i provvedimenti del Governo di Giorgia Meloni che fa il suo mestiere ossia politiche di destra.
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