Affiliato tradì il clan e fu ucciso: mandato di arresto per il boss Arcangelo Abete

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Fu ucciso perchè ritenuto un traditore. Fu il capiclan a decretare la sua morte. Nuove accuse della Dda di Napoli per il boss al 41bis Arcangelo Abete, ritenuto mandante dell’omicidio di Giovanni Candone, ucciso il 21 ottobre del 2011 perchè scelse di passare nel gruppo della Vanella Grassi.

A lui e ai due presunti killer già detenuti lunedì scorso è stato notificato una nuova misura di arresto. La vittima fu attirata in trappola con un appuntamento davanti a un bar di via Fosso del Lupo nel quartiere Secondigliano di Napoli.

La vittima designata capi’ subito che si trattava di un agguato e tentò una breve e inutile fuga perchè fu raggiunta e uccisa dal killer.

Dopo l’omicidio, il sicario fuggì in sella a una moto guidata da un complice. Fu, Fabio Magnetti, del gruppo di fuoco della Vanella Grassi, con l’aiuto di Alessandro Grazioso, a eseguire l’ordine di morte del boss, fortemente intenzionato a punire Candone che lo aveva preferito proprio alla Vanella che però rispondeva solo ed esclusivamente ad Abete.

Secondo le ricostruzioni delle indagini carabinieri della compagnia Vomero, coordinato dal sostituto procuratore Maurizio De Marco, il comportamento di Arcangelo Abete scatenò la terza faida di Scampia.

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