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Camorra infiltrata nella publica amministrazione del Comune di Caivano, tanto da accappararsi gli appalti e imporre il racket delle estorsione. All’alba 18 persone sono state arrestate dai carabinieri di Castello di Cisterna, coordinati dalla Dda di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta sulla criminalità organizzata presente nel comune di Caivano, sciolto non a caso per mafia dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 ottobre.
Sotto la lente dei magistrati sono finiti in particolare la gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici. Il gruppo criminale riusciva attraverso persone proprie presenti nei gangli di pubblici amministratori notizie riservate sull’aggiudicazione degli appalti e quindi inltrare richieste estorsive ai vincitori.
Gli arrestati di oggi erano stati già raggiunti lo scorso 10 ottobre da misure cautelari.Secondo gli inquirenti, una parte della politica, a Caivano, avesse legami strutturai con la criminalità organizzata. Ne è prova schiacciante una intercettzione che bene spiega la profondità del rapporto esistente tra amministrazione, burcrazia e camorra.
“Quelli hanno chiamato un’altra volta… questi vi fanno male… facci una bella busta e dagliela e togliamo un altro bordello di mezzo”.
Gli interlocutori che parlano agli operai di una ditta assegnataria di un appalto da 120mila euro relativo alla realizzazione e il rifacimento dei marciapiedi sono Carmine Peluso e Giovanbattista Alibrico, rispettivamente ex assessore comunale di Caivano ed ex consigliere comunale accusati di fare parte del clan camorristico locale guidato da boss Antonio Angelino. La loro visita venne preceduta da due delegati del boss che imposero lo stop dei lavori agli opera.
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