Non pagavano l’Iva e accumulavano i soldi con lingotti d’oro

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Un’indagine segreta avviata due anni fa hanno permesso di scoprire e ricostruire una complessa frode fiscale. Il meccanismo era basata sull’importazione dall’estero di componenti elettronici in particolare batterie, rullini fotografici, articoli per fumatori, cavetti e cavi elettrici senza versare l’Iva. Società fittizie permettevano di eludere le tasse accumulando una cifra di 5,5 milioni di euro.

Il coperchio è stato alzato stamane dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che su mandato della Procura di Nola, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di quattro società dell’hinterland napoletano, fino a un valore complessivo di 5.581.222 euro.

Secondo quanto ricostruito, tre società ‘cartiere’ del Nolano importavano la merce nel territorio italiano senza pagare l’Iva, per poi rivenderla sottocosto a una quarta società, che a sua volta vendeva i prodotti ai destinatari finali.

La classica frode carosello che avrebbe causato un’evasione dell’Iva per per 5,5 milioni di euro. Il gip del tribunale di Nola ha disposto il maxi sequestro di beni per i titolari delle quattro società.

Sotto sigilli sono finiti denaro contante, tre fabbricati, quattro terreni, cinque lingotti d’oro e un orologio di valore.

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