Nella città che ha vissuto l’emergenza rifiuti, nella regione dove muoiono ancora bambini, donne e anziani per la Terra dei Fuochi c’è chi continua criminalmente ad inquinare. C’era chi doveva bonificare una ex discarica ed ha pensato male di utilizzarla proprio come una discarica e interrare rifiuti proibiti abusivamente. Accade anche questo a Napoli e più precisamente all’ombra del grande parco metropolitano delle Collinare.
Una azienda che avrebbe dovuto risanare e recuperare a livello ambientale un ex cava l’ha rimessa in funzione e in barba ad ogni tipo di normativo ha sversato scarti e rifiuti inquinanti. La ditta avrebbe dovuto eseguire il ripristino e il recupero dell’ex cava chiamata ‘Suarez’ invece ha realizzato altro accumulando e occultando rifiuti nel parco metropolitano delle colline di Napoli ossia tra le 200mila e le 250mila tonnellate tra cui anche amianto frantumato.
È quanto la Procura di Napoli ha scoperto e contesta all’imprenditore partenopeo Bruno S., 49 anni, arrestato e messo ai domiciliari dalla polizia locale di Napoli, dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri e da nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza che gli hanno notificato una misura cautelare emessa gip di Napoli Antonio Baldassarre.
L’inchiesta è stata avviata dalla Procura di Napoli sezione ambiente edilizia urbanistica con il sostituto procuratore Giulio Vanacore e il procuratore aggiunto Antonio Ricci. L’area è finita sotto sequestro, gli inquirenti hanno filmato l’attività che si svolgeva all’interna della ex cava e l’opere di scavo e occultamento.
In relazione al sequestro della cava Suarez, Metropolitana di Napoli s.p.a. precisa che gli sversamenti illegali in essa effettuati nulla hanno a che vedere con la realizzazione della stazione di Capodichino, affidata alla società consortile Capodichino As.M.
All’epoca della redazione del Piano di utilizzo delle terre (PUT) della stazione Capodichino risalente al 2015, la cava Suarez era stata individuata tra i siti di destinazione dei materiali di scavo della stazione in quanto regolarmente approvata ed autorizzata a ricevere i materiali stessi dalla Regione Campania, autorità competente per l’attuazione del piano.
I conferimenti ebbero inizio tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 nel pieno rispetto delle norme vigenti e furono immediatamente sospesi dalla Capodichino As.M. in seguito al sequestro della cava. La cava fu contestualmente rimossa dall’elenco dei siti di destinazione del PUT e non fu più destinazione di conferimenti. La Capodichino As.M ne diede pronta comunicazione a tutti gli enti coinvolti.
Circa i conferimenti effettuati prima del sequestro, si precisa che, come è possibile verificare dai documenti di trasporto dell’epoca, alla cava Suarez furono destinati esclusivamente 200 mc di materiali sui complessivi 196.000 mc previsti.
Si precisa altresì che tutti i materiali del PUT della stazione Capodichino, redatto ai sensi del DM n°161 del 10/08/2012, hanno ricevuto approfondite analisi preventive e nel corso della sua attuazione gli stessi hanno presentato valori di Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) sempre riconducibili alla colonna A della tabella 1 dell’allegato 5 alla parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Si sottolinea infine che il PUT della stazione Capodichino è stato preso come riferimento dalla Regione Campania per successive attività di riutilizzo dei materiali di scavo svolte sul territorio” ha dichiarato il prof. Paolo Carbone, presidente di Metropolitana di Napoli s.p.a