Davanti al giudice hanno ammesso che è vero che il 24 giugno scorso hanno sparato in piazza San Vitale, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, però che la camorra non c’entra nulla. ‘I due bravi ragazzi’ volevano fare ‘solo’ una rapina. In sintesi non c’è stato nessun agguato contro esponenti di un gruppo rivale e assolutamente non volevano uccidere le due persone contro le quali hanno rivolto la pistola esplodendo un proiettile.
Questa la versione di Alessio F. 18 anni, e Manuel M., 27 anni, nel corso dell’interrogatorio dopo il fermo di polizia dello scorso 6 luglio. Chiaramente entrambi non hanno per nulla convinto gli inquirenti e il giudice che ha emesso una misura cautelare in carcere, tra l’altro, per tentato omicidio aggravato dalle finalità mafiose. I due giovani fanno parte del clan Troncone e il pomeriggio del 24 giugno hanno intercettato uno scooter con due esponenti della di una famiglia rivale :Gli Scodellaro.
Un gruppo criminale emergente che avrebbe la sua base nel rione Lauro dove c’è l’altro storico gruppo che fa capo al boss detenuto Francesco Iadonisi. La guerra è tra i Troncone, gruppo autoctono, che si spara a vista a chi si permette di invadere il ‘loro’ territorio.
Ad incastrare i due arrestati, uno è parente diretto dello stesso boss Vitale Troncone, sono state le immagini della dashcam di un’auto che in quel momento passava nei pressi del luogo dell’agguato. Il video è finito nelle mani degli inquirenti che dai fotogrammi nitidamente sono risaliti ai protagonisti dell’azione di fuoco.
Le vittime finite nel mirino del 27enne e del 18enne hanno confermato la ricostruzione degli inquirenti. Nel corso di una perquisizione sono stati rinvenuti i caschi integrali e indumenti. Nell’ordinanza il gip ricorda la tensione da tempo esistente a Fuorigrotta “tra i vari gruppi criminali che compongono l’anima del clan dominanti”, tensione “sfociata in azioni violente contro gli avversari per ‘regolamenti di conti’ ovvero per assicurarsi il predominio del territorio”.
Il sospetto degli inquirenti riguarda che il ferimento di una mamma nella vicina piazza Italia dello scorso 4 aprile e l’inseguimento tra scooter e una volante dello scorso 4 luglio possono essere riconducibili alle stesse dinamiche criminali.