Stanotte si è suicidato nel carcere di Poggioreale un giovane di 28 anni originario della provincia di Napoli. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno che avviene in una cella del carcere di Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. In Italia sono 81 complessivamente i detenuti che si sono tolti la vita. Dato che si completa con i 1842 tentativi di suicidio dall’inizio del 2024 a oggi e 11.503 gli atti di autolesionismo.
Numeri impressionanti e non degni di un Paese civili purtroppo sul mondo del carcere si parla, si pontifica, si utilizza per scopi propagandistici ma poi le condizioni di vita restano uguali e inamovibili.
Il cappellano del penitenziario tra i più sovraffollati di Europa don Franco Esposito in un post scrive: “Ci siamo abituati a fare statistiche delle morti e dei suicidi nelle carceri. Purtroppo i carcerati sono vite di serie B come i migranti, i senza fissa dimora anche questi fanno notizia quando muoiono in mare, o per il freddo, o come i carcerati per ‘morti sospette’ o per suicidio”.
E aggiunge : “Ogni morte che accade in carcere avrebbe bisogno di un processo e di condanne esemplari, bisogna che qualcuno si decida ad ‘arrestare il carcere’ perché è socialmente pericoloso. Non mi va di entrare nei meandri dei problemi del carcere perché ormai sono sempre più convinto che il carcere è il problema. La latitanza dei politici, la loro sordità, il loro mutismo, è una palese complicità nel sostenere una istituzione fuorilegge che continua a produrre criminalità e morte”.
Conclude don Federico :“Come Chiesa, ogni giorno, siamo accanto ai detenuti, attraverso i cappellani, le suore, i volontari, condividiamo, per quello che è possibile, le sofferenze, e spesso assistiamo impotenti alle tante ingiustizie che vengono commesse a detrimento della dignità umana. Gesù continua a invitarci a visitarlo nella persona del carcerato, ma è veramente triste quando la visita a Gesù carcerato diventa visita a Gesù morto”.