VERGOGNA. E’ una parola perfino inadatta per uno come tal Amedeo Laboccetta. Un signor nessuno. Un politiconzolo da quattro soldi. Un parlamentare che nascondendosi dietro l’immunità ha fatto sparire un Pc e “ripulito” da dati scottanti. E’ scritto nelle oltre 60 pagine dell’ordinanza con la quale i giudici del Tribunale di Milano hanno messo agli arresti domiciliari per una storia di tangenti e corruzione l’ex numero uno della Banca Popolare di Milano ed ex presidente di Impregilo Massimo Ponzellini e Antonio Cannalire, suo collaboratore.
La storia riguarda una perquisizione nell’appartamento di piazza di Spagna a Roma dell’imprenditore Francesco Corallo il 10 novembre 2011. La Guardia di Finanza si presentò nell’abitazione per conto dei magistrati che indagavano sul finanziamento di 148 milioni di euro dalla Bpm ad Atlantis, la società di Corallo che si occupa di macchine per il gioco d’azzardo legale.
I finanzieri però furono lasciati fuori con la scusa che l’imprenditore godeva di immunità diplomatica poi furono fatti entrare nella casa quattro avvocati e, il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta.
L’onorevole impedì il sequestro di un Pc portatile, sostenendo di esserne il proprietario, se lo portò via senza dare il tempo di segnare il codice identificativo. Una vicenda confusa, con troppi aspetti da chiarire, e per la quale la procura di Milano iscrisse nel registro degli indagati il parlamentare del Pdl.
Nelle carte dei Pm è ricostruita tutta la storia con delle accuse pesanti nei confronti di Laboccetta: di aver cancellato, tutto l’hard disk del Pc. “La sottrazione del computer è stata un’attività concordata da Corallo e Laboccetta – scrivono nell’ordinanza – come dimostra la circostanza che lo stesso Corallo ha avvisato e chiamato in soccorso Laboccetta per essere assistito durante la perquisizione.
Labocetta ha invece dichiarato, anche alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, di essersi recato spontaneamente presso Corallo proprio al fine di recuperare il “suo” Pc”. “Dopo l’episodio – scrivono i magistrati – e successivamente al parere favorevole della Giunta per le autorizzazioni, Laboccetta ha consegnato alla Finanza il Pc, subito passato all’analisi del consulente del Pm.
I risultati dell’ispezione dicono che il Pc è stato manipolato con la cancellazione dei dati. Dopo il blitz Laboccetta sul Pc è stato installato un apposito software denominato Cleaner idoneo alla “bonifica” dei dati del disco fisso, con una modalità capace di cancellare le tracce in profondità. Prima di questo software era stato utilizzato altro programma denominato Eraser, poi rimosso.
“In sostanza – concludono i magistrati – il Pc è stato prima manipolato con la cancellazione dei dati, quindi rinominato al fine di occultare la effettiva proprietà del pc in capo a Francesco Corallo e, ovviamente, i contenuti pregressi dello strumento. Il proposito criminoso è andato, per la più parte, a buon fine perché, al di là delle vicende manipolative chiaramente emerse, non è stato possibile recuperare dal pc i dati cancellati”.
Consulta anche:
https://www.ladomenicasettimanale.it/index.php/inchieste/78-slides/138-lonorevole-azzardato