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IL DOLORE e la rabbia di chi, da troppo tempo, vive sulla propria pelle il più grande omicidio di massa degli ultimi anni; parole forti, piene di commozione e prive di speranza quelle di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, urlate con la consapevolezza di combattere contro un fuoco che sta bruciando la terra e le vite di chi, come lui, vive nella “Campania Infelix”, la Campania dei roghi e dei tumori.

Diretto e sentito l’intervento del Parroco al convegno “Clan, rifiuti tossici e tumori” tenutosi all’Hotel Jolly di Caserta, lo scorso 19 Novembre. 

Prima di essere un sacerdote, Don Maurizio è un uomo, che vede morire i suoi concittadini come vittime di una guerra che puzza di fumo e di rabbia, la rabbia di un popolo esasperato dall’indifferenza di chi avrebbe dovuto e potuto fare qualcosa, ma ha ignorato e fatto finta di non vedere i continui sversamenti illeciti di rifiuti nei territori Campani.

 

 

“Sono stanco di celebrare funerali di bambini e giovani colpiti da tumore, questa mattanza deve finire”, queste le parole di don Patriciello, in un convegno che ha visto l’alternarsi di figure istituzionali quali la ‘signora’  Prefetto di Caserta, Carmela Pagano, che ha sottolineato l’importanza di un lavoro di squadra e di una responsabilità delle istituzioni per la rigenerazione di un territorio in cui, però, non basterà più l’intervento unilaterale dello Stato ma occorrerà l’attribuzione di una responsabilità sociale anche ai cittadini.

Il giudice Raffaele Cantone non ha nascosto le sue critiche alla struttura commissariale: “l’incapacità dei precedenti commissariamenti non ha portato ad un vero arretramento criminale ma solo allo ‘spostamento’ degli interessi della camorra dai rifiuti illegali a quelli legali e quindi, una conseguente monopolizzazione criminale dello smaltimento dei rifiuti”.

Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente definisce questo scempio con un efficace neologismo da brivido ‘ecocidio’ e ricorda il debito che il Paese e le istituzioni hanno con queste terre per 25 anni di prolungati silenzi e connivenza con la criminalità.

Terre che sono inceneritori. Il convegno è stato fortemente voluto dalla deputata del Pd, Pina Picierno, che  da anni si batte su questo versante: “in queste terre, non vi è più un’emergenza ma esistono i caratteri pericolosi di una normalità a cui la gente pare doversi abituare. C’è l’abitudine a veder morire persone giorno per giorno come se fossero i  caduti di una guerra silenziosa e per questo ancora più insidiosa.

Cittadini martoriati che restano, per alcuni, i soliti noti, solo freddi  numeri di una statistica e di una correlazione tra roghi ed incremento di tumori”. Queste terre di morti e lutti, queste terre disperate, queste terre non più terre somigliano ad un grande unico inceneritore d’Italia.

Filomena Indaco

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