Le mani su Volla. Sequestri e indagati

Reading Time: 3 minutes Le mani su Volla. Scattano nuovi sequestri di complessi edilizi costruiti con permessi farlocchi

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Un sistema di potere. Un coacervo di interessi strettamente intrecciati. Una piovra tentacolare che reagisce anche quando lo Stato alza la testa. Le mani su Volla, nuovi sequestri e raffiche di indagati

Di fronte all’imprevisto blitz dello scorso 13 marzo ordinato dal Gip del tribunale di Nola che portò i carabinieri al sequestro di 250 appartamenti per un valore di 60 milioni dislocati tra via Traversa Privata di Vittorio, via Leopardi, via Rossi, via Dante Alighieri, via Fraustino, via Sambuco e Piazza Vanvitelli ci fu una accelerazione delle trattative e degli affari in corso d’opera.

Il sequestro delle unità abitative, il clamore della notizia, l’illegalità perseguita nell’alveo della legalità sartoriale accese nei potenziali acquirenti dubbi, perplessità e sfiducia.

Tanto da far mettere in campo all’indomani del provvedimento giudiziario da parte di costruttori, facilitatori, agenzie immobiliari e colletti bianchi al servizio del ‘sistema di potere’, una strategia volta all’accelerazione delle trattative in corso di compravendita di immobili, villette, e appartamenti.

E di fronte alla freddezza dei potenziali acquirenti e per alcuni addirittura la rinuncia, nonostante gli accordi preliminari, spinse gli agenti immobiliari ad effettuare sconti sostanziosi pur di portare a termine il rogito.

Una trattativa complessiva di 16 compravendita che però solo per 10 neo proprietari è stata portata al termine. Almeno 4 potenziali interessati all’acquisto si sono tirati indietro. I chiari di luna non sono molto rassicuranti, a Volla si rischia di finire in un baratro.

Le rassicurazioni furono le solite: “A Volla c’è solo un problema d’interpretazione di una norma. I magistrati non conoscono la  materia amministrativa in tema di edilizia privata. E’ un formalismo che sarà superato con una legge regionale che sarà applicata retroattivamente. State in una botta di ferro, le abitazioni hanno tutti i permessi e le concessioni. Il rogito rispetta tutte le norme e le leggi”.

Non trascorrono neppure poche settimane e scatta un nuovo blitz ordinato dalla Procura di Nola: nel mirino finiscono proprio le case e le villette oggetto della trattativa di compravendita.

I carabinieri della compagnia di Torre del Greco eseguono due decreti di sequestro preventivo emessi dal gip di Nola. Le attività sono coordinate dalla compagni dell’Arma di Volla, sigilli vengono apposti a 36 unità abitative dal valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro. Sul registro degli indagati finiscono dieci persone: due costruttori e otto tra committenti e tecnici. I decreti riguardano 23 appartamenti e tredici villette, molte già abitati, distribuiti tra via San Giorgio e l’attigua traversa.

Il meccanismo è sempre lo stesso: grazie alla Scia modificata strada facendo , le unità abitative prendono il posto di uffici commerciali e locali per il commercio all’ingrosso. In pratica dal cappello a cilindro i maghi delle costruzioni senza regole in accordo silente con le entità dell’ufficio tecnico comunale con un semplice “cambio di destinazione d’uso” si è passati da edilizia “non residenziale” pubblica a edilizia privata. E’ la solita sartoria burocratica vollese che ha trasformato in pochi mesi una piccola cittadina incastrata tra Ponticelli e Cercola nella Dubai alle falde del Vesuvio.

Il quadro investigativo sta facendo emergere fatti inquietanti e non solo legati all’edificazione selvaggia in barba alle norme puntualmente baypassate.

“Gli interventi edilizi – spiega Annamaria Lucchetta, procuratore della Repubblica di Nola – hanno dunque comportato una trasformazione urbanistica del territorio comunale funzionale ad un permanente utilizzo dell’area a fini residenziali in totale contrasto con la destinazione a servizi di interesse pubblico impressa dallo strumento urbanistico”.

Sembra che sotto la lente d’ingrandimento degli 007 sono attenzionati – in particolare – i flussi di denaro, gli investimenti e il proliferare di imprenditori del mattone venuti dal nulla e che in pochi anni si sono attestati come costruttori di successo.

La domanda resta la solita: Chi ha finanziato tutte queste costruzioni? Chi ha investito? Da dove provengono i soldi? C’entra per caso la camorra?

Arnaldo Capezzuto

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