Romano Prodi striglia il Pd e detta l’agenda del fare

Romano Prodi vola alto e sembra davvero di un altro pianeta rispetto alla mediocrità imperante dei politiconzoli formato Terza Repubblica attualmente al Governo.

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Spiega, semplifica, argomenta, più volte entra nel merito. Romano Prodi vola alto e sembra davvero di un altro pianeta rispetto alla mediocrità imperante dei politiconzoli formato Terza Repubblica attualmente al Governo. Il professore dialoga con Lucia Annunziata nell’ultima puntata di in ½ in più su Rai tre e non si risparmia.

L’ex premier commenta gli ultimissimi fatti di cronaca della Sea Watch e della politica muscolare sull’immigrazione messa in campo da Matteo Salvini. Lo colpisce in particolare lo scatenarsi degli istinti di odio suscitati dalla Lega in molti italiani il clima in generale che vige nel Paese.

Lancia uno sguardo anche alla composizione della nuova Ue che nella sostanza vede l’Italia isolata politicamente. Non crede nell’avvio dell’infrazione ma solo perché la Commissione è scaduta e parla di prova verità a ottobre dove ci saranno le cifre, i numeri. Del Movimento 5 Stelle gli fa orrore la guerra contro l’imprenditoria e il non sapere dove devono andare.

“E’ chiaro che devono capire internamente cosa sono “ sbotta. Poi parla a lungo del Pd di Nicola Zingaretti dell’essere riuscito a ricondurre il partito nell’alveo delle alleanza e di aver messo fine alla non logica dell’autosufficienza.

E lo dice proprio Romano Prodi che riuscì a costruire la coalizione dell’Ulio vincente per due volte contro lo schieramente di Silvio Berlusconi. “Il partito era in disfacimento. Lo ha ricostruito e ha riconciliato con fatica, e non è finita, le diverse correnti.

L’unica alternativa al governo è il Pd. Adesso comincia la fase di ricostruzione: bisogna aprire c’è bisogno di un nuovo congresso in cui si ricominci a discutere e ci si diano obiettivi chiarissimi”.

E poi aggiunge: “Sicurezza, sanità, rilancio della scuola e della ricerca – prosegue – e su questo fare un grande congresso del partito, facendo in modo che la direzione del partito sia formato dai segretari regionali e dalle comunità locali”.

A Lucia Annunziata che gli domanda di eventuali scissioni, “tutti i partiti hanno più anime – replica – se queste anime diventano incompatibili allora”

Carlo Calenda, Beppe Sala e gli altri “si faranno un loro partito, altrimenti si andrà avanti insieme. La gente ha bisogno di coesione. In ogni caso – osserva Prodi – il Pd avrà bisogno di allearsi se vuole arrivare al governo” del Paese.

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