0
0
È una guerra. Tensioni a fior di pelle. Matteo Salvini è asserragliato in trincea.
Capovolge il tavolo e infischiandosene dei ruoli convoca al ministero dell’Interno i sindacati. Un incontro con le parti sociali quando mai anomalo, le competenze del Viminale notoriamente riguardano la sicurezza pubblica e nulla c’entrano con la concertazione, i contratti e lo sviluppo economico.
Al tavolo oltre 40 sigle, da Cgil, Cisl e Uil a Confindustria, da Confartigianato all’Abi, fino a Confedilizia, Legacoop, Confcooperative e l’Ania. Un summit durante il quale Salvini ha anticipato il contenuto del progetto della Flat tax.
Un’anticipazione che ha fatto arrabbiare il premier Giuseppe Conte: “Che un leader di una forza politica voglia incontrare le parti sociali la ritengo una cosa buona e giusta, anche il viceministro Luigi Di Maio potrebbe far lo stesso col M5S. Se qualcuno però pensa che non solo si raccolgono istanze e proposte dalle parti sociali, ma anticipa temi, dettagli di quella che ritiene debba essere la manovra economica, ecco questo non è corretto affatto, si entra nel terreno di scorrettezza istituzionale”.
È la seconda volta in pochi mesi che sembra aprirsi un fronte Conte-Salvini.
Il capo del Carroccio non ha gradito come il presidente del Consiglio sulla cosiddetta vicenda Russiagate lo abbia smentito al riguardo della presenza Gianluca Savoini tra l’altro oggi ha non ha risposto alle domande dei magistrati. Ma Conte non si è trattenuto anzi a muso duro ha lanciato un vero e proprio avvertimento a Salvini.
“La manovra economica viene fatta qui, dal ministro dell’Economia e tutti i ministri interessati – ha ribadito il premier -, e non si fa altrove, non si fa oggi. I tempi, e tengo a precisarlo, li decide il Presidente del Consiglio, sentiti li altri ministri, a partire da quello dell’Economia. I tempi non li decidono altri”.
Metti un like alla nostra Fanpage
© Riproduzione riservata
www.ladomenicasettimanale.it
