Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato sempre rappresentato dalla satira come una marionetta manovrata da Luigi Di Maio e Matteo Salvini oppure un vestito elegante ma senza persona dentro cioè solo l’abito.
Piano, piano tra insicurezze, gaffe (poche) e piccole sterzate, il premier comincia a dimostrare che vive di luce propria.

Cresciuto politicamente, diventato disinvolto, accreditatosi a livello europeo nelle due delicate trattative sui conti del Paese : ha evitato con bravura diplomatica le infrazioni, Conte comincia a giocare la sua partita ed esercitare le piene funzioni di presidente del Consiglio.
Il premier negli ultimi tempi si è distinto e distanziato rispetto ai voleri di Di Maio e Salvini. Si è sfilato dalla tenaglia Movimento 5 Stelle e Lega.
Cresce il suo appeal politico e il consenso attorno alla sua persona. Conte viene percepito dagli italiani come una persona istituzionale, rispettoso e garante degli interessi dei cittadini.
Non è un caso che il suo nome insieme a quello del Capo dello Stato, Sergio Mattarella figuri in alto alle classifiche di gradimento.

E Giuseppe Conte rotti gli indugi, in una fase politica tormentata e complicata non ci sta più ad essere incudine e comincia a fare passi nel pieno dell’esercizio delle sue funzioni di Presidente del Consiglio.
Non è un caso se nelle ultime ore la Lega ha spostato il suo mirino soprattutto proprio sul premier. Ai tentativi di Matteo Salvini di destabilizzare il Governo puntando il dito contro i ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta, Giuseppe Conte difende l’esecutivo e ha alzato un muro istituzionale: “Io difendo i miei ministri contro tutti, se qualcuno ha qualche osservazione viene da me e me la rappresenta”.
Il carico da cento il premier lo fa esplodere sull’autonomia differenzia dove senza se e senza ma spiega che la scuola non si tocca perché è di competenza centrale. Pochi istanti e i governatori targati Carroccio riversano la loro ira attraverso dichiarazioni bellicose.
Lo stesso Presidente del Consiglio fa spallucce e punzecchia Salvini sulla sua assenza al vertice sulle Autonomie “quando ci si siede a un tavolo con la disponibilità di lavorare il clima è buono” e poi assicura che rispetterà tutti gli impegni, manovra inclusa, non nasconde i frequenti colloqui telefonatici con Mattarella e lancia un messaggio per tutti: “io non vivacchio, lavoro”.
Pier Paolo Milanese
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