Una lite che ben presto degenera. Poi la violenza immane e l’epilogo assurdo.
Pietro Sandrini, disoccupato, con precedenti penali, avrebbe colpito ripetutamente il fratello Arno provocandogli vari ematomi e poi con un oggetto tagliente gli ha inferto con violenza una profonda ferita al polpaccio.
A distanza di 4 mesi dalla morte dell’uomo accaduta a Sorico, nel Comasco, finalmente si scopre la verità.
Arno Sandrini è stato ucciso dal fratello perché non aveva pagato la bolletta della luce e l’azienda elettrica aveva sospeso l’erogazione.
È questo secondo i carabinieri il movente che ha spinto Pietro Sandrini a picchiare il fratello e poi a ferirlo mortalmente alla gamba, con un taglierino o un coltello molto affilato.
I due fratelli convivevano nella stessa abitazione su due piani a Sorico. Arno, la vittima, viveva con la piccola pensione di invalidità e con quella pagava anche le spese di casa.
Secondo quanto ricostruito, la ferita al polpaccio è diventata letale perché la vittima si muoveva a fatica, era diabetico e tra l’altro assumeva farmaci anticoagulanti. In sostanza l’uomo è morto dissanguato.
Pietro Sandrini è stato arrestato a casa di un amico. Non ha opposto resistenza e non ha fatto dichiarazioni. È accusato di omicidio volontario.