Nervi a fior di pelle per il ministro dell’Interno Matteo Salvini che non tollerare le domande dei giornalisti. Se gli interrogativi sono scomodi allora il capo del Carroccio comincia a spazientirsi e manda a quel paese chiunque si trovi di fronte.
Certo è curiosa questa intolleranza visto che proprio Salvini dal 1999 ha in tasca un tesserino colore amaranto di giornalista professionista. Sta di fatto che Salvini spesso battibecca con i cronisti che non si genuflettono.
Questa volta nel mirino è finito Giorgio Mottola della trasmissione Report che al termine del comizio a Cervia ha chiesto a Salvini – sulla vicenda Russiagate – “Ministro cosa si è detto con Giovanni Savoini il 16 ottobre?”, domanda.
Il segretario della Lega ribatte: “Siamo al 3 agosto, amico mio, c’è una inchiesta lasciamo lavorare i giudici”.
Giorgio Mottola per niente domo, insiste come è giusto che sia. A quel punto Salvini perde le staffe e urla : “Mi hai interrotto, mi hai dato del bugiardo.. c’è una inchiesta. Sei maleducato” e gira le spalle e va via.
“Credo che un politico, soprattutto quando ha tantissimi consensi, abbia l’obbligo di rispondere alle domande, perché non risponde a un giornalista, ma al pubblico”.
Sigfrido Ranucci, curatore e conduttore di Report, commenta così il battibecco.
“Oggi i politici sono abituati a monologhi su Facebook: se trovano qualcuno che fa domande, specie se ruvide, si sentono a disagio”, insiste Ranucci.
“Se fare domande è essere ‘maleducati’, siamo tutti maleducati. Ancora una volta il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è rifiutato di rispondere alle domande di un giornalista. Per un uomo di governo non rispondere alle domande vuol dire negare il primo contrappeso di tutte le democrazie: la libertà di stampa”.
A sottolinearlo, in una nota, è l’esecutivo dell’Usigrai, che testimonia la sua «totale solidarietà» con Giorgio Mottola di Report.