Bocciato il ministro Toninelli, la Lega chiede la sua testa: “È delegittimato, non può restare al suo posto”

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Il vero sconfitto della mozione No Tav presentata dal Movimento 5 Stelle e bocciata in Parlamento e senza ogni ombra di dubbio il pentastellato Danilo Toninelli, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Nemico giurato dell’alta velocità ha portato avanti e sostenuto fino alla fine il no del Movimento alla grande opera infrastrutturale.

La commissione di esperti istituita presso il suo dicastero non casualmente aveva espresso e consigliato lo stop al proseguo dei lavori di costruzione della Tav Torino-Lione giudicata antieconomica, obsoleta e inutile.

Con la sonora bocciatura della mozione del M5S al Senato (181 a 110) non mancano adesso gli evidenti effetti collaterali che si avranno sulla traballante alleanza Lega-M5S.

Non è un caso se il segretario del Pd, Nicola Zingaretti abbia chiesto di prendere atto della realtà: “Il governo non ha più una maggioranza. Il presidente Giuseppe Conte si rechi immediatamente al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella per riferire della situazione di crisi che si è creata”.

Sicuramente il grande sconfitto è proprio Toninelli. Non è neppure un segreto se Matteo Salvini ha più volte rappresentato, in questi mesi travagliati, la sua ostilità, critica e insofferenza verso l’operato del ministro giudicato non all’altezza dell’incarico che ricopre.

Pare che addirittura se prima a bassa voce ne si chiedeva la sostituzione ad esso pare la si è imposta

Ad acuire il rapporto burrascoso, le liti e la rottura di ogni rapporto tra il vicepremier e il ministro c’è stata anche una intervista che Toninelli ha concesso al ‘Corriere della Sera’ dove ha definito Salvini un “nano poggiato sulle spalle di giganti”.

Un giudizio politico pesante ed offensivo che hanno indotto i vertici del Carroccio a chiudere definitivamente ogni rapporto con il titolare delle Infrastrutture e Trasporti.

Toninelli taglia corto e ribadisce: “Ho votato a favore della mozione M5S” e sugli attacchi della Lega risponde: “Vado avanti sereno e tranquillo. Le loro sono critiche generiche, io continuo a lavorare per sbloccare le opere. Grazie ai miei no, la Tav si farà a condizioni migliori”.

Un modo di non voler vedere la realtà e trarne le ovvie conseguenze. Non è detto che il M5S e in particolare Luigi Di Maio messo alle strette dalla Lega possa a sorpresa anche per tutelare l’alleanza e il governo chiedere un passo indietro proprio a Toninelli che sembra ormai difeso solo dal premier Conte.

Sta di fatto che il leader della Lega, ieri sera, prima di lasciare Palazzo Chigi ha imposto un summit al premier Conte e allo stesso Di Maio dove ha chiesto – come emerge – la sostituzione di almeno tre ministri e tra loro segnato in rosso c’è soprattutto il nome di Danilo Toninelli.

Pier Paolo Milanese

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